Pozzecco lanciato verso il derby
«Mi piacerebbe essere fischiato»

Lunedì al Pianella la sfida tra Cantù e Varese. Ecco le impressioni del coach dell’Openjobmetis

Caro coach Gianmarco Pozzecco, ci sveli quale “pozzeccata” dovremo attenderci lunedì al Pianella in occasione del derby di ritorno.

«Non escogito mai nulla in anticipo. Non c’è niente di predeterminato nei miei comportamenti. Non sono così intelligente né calcolatore. Taluni atteggiamenti che mi hanno contraddistinto sono venuti del tutto spontanei. Insomma, non mi preparo ma è l’esplicazione di uno stato d’animo contingente».

E quanto al suo scomposto tripudio nel derby con Cantù a Masnago?

«Lo rifarei tale e quale perché quel momento, intendo la vittoria non il gesto, resterà indimenticabile nella mia vita. E non credo neppure che i tifosi canturini se la siano particolarmente presa, anche se la notte stessa ho provveduto a chiedere loro scusa sui social».

Già che siamo in tema, che accoglienza si aspetta lunedì?

«Mi piacerebbe tanto essere enormemente fischiato perché ciò mi farebbe subito rivivere la mia carriera da giocatore. Magari ci sarà anche qualche applauso, mentre ciò che di sicuro non si riscontrerà sarà l’indifferenza».

Lunedì non ci sarà Diawara (fermo a causa del distacco della retina): cosa vi mancherà senza il francese?

«Non lo so, è la prima volta che giochiamo senza di lui. Banalmente potrei dire che ci mancheranno 17 punti e una fisicità importante. Yakhouba è un lusso per noi e il suo gioco interno ci porta tanti vantaggi perché il suo uno-contro-uno in post basso costringe ad attivare i raddoppi da parte degli avversari».

Assisteremo però al debutto di Eric Maynor..

. «Vorrei riuscisse a inserirsi sin da subito, ma mi rendo conto che per lui entrare al Pianella sarà traumatico».

In che senso?

«Che si tratta del posto peggiore nel quale prendere confidenza con la nostra pallacanestro. Giovedì l’ho portato con me al Forum a vedere Milano-Fenerbahce proprio perché si facesse un’idea di come si vive una partita in Italia. In realtà avrei dovuto portarlo allo zoo e farlo entrare nella gabbia dei leoni perché quello sarebbe stato l’esempio più simile alla realtà con cui si dovrà confrontare lunedì al Pianella...

L’intervista integrale sull’edizione de La Provincia in edicola sabato 24 gennaio

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