Promesse in cucina:
Monza incorona Ciotti

Monza - Chissà: domani sarà il canone in persona della nuova cucina italiana, come lo è stato Gualtiero Marchesi. O l’icona dell’innovazione internazionale, come Ferran Adrià. Per ora, una promessa, decretata a Monza. La corona di miglior chef emergente del Nord Italia finisce in Emilia Romagna. Al termine di tre giorni di mestoli incrociati, su ventuno concorrenti al premio organizzato da Luigi Cremona con Witaly, ha trionfato Stefano Ciotti.

E non si tratta di un riconoscimento qualunque, quello del concorso Emerge, data la platea dei giurati: perché c’erano Saverio Paffumi, Francesca Negri, Alberto Schieppati, Alex Guzzi, Andrea Nicola, Massimo de Marco e altri, ma soprattutto tra loro c’era anche il metro di giudizio di Fausto Arrighi, niente meno che direttore della guida Michelin italiana. La sfida si è svolta in due fasi: sabato e domenica le doppie eliminatorie, prima tra le selezioni piemontese-ligure-valdostana e lombarda, poi tra quelle del Triveneto ed emiliana. Ventuno alla partenza - e tra loro il solo Stefano Radici per Monza e Brianza, terza generazione della famiglia che gestisce La Sprelunga - quattro alle finali di lunedì: a confrontarsi per il primo titolo di cuoco emergente del nord Italia Alessandro Boglione (Al Castello - Grinzane Cavour), Antonio Messina (Il Griso, Malgrate), Antonia Klugmann (Antico Foledor Conte Lovaria, Pavia di Udine) e Stefano Ciotti (Vicolo Santa Lucia, Cattolica).

Se le fasi eliminatorie avevano visto confrontarsi i cuochi su un piatto con frutta senza essere dessert più un altro a tema libero, l’ultimo duello ha messo i quattro alla prova con una propria preparazione e una declinazione della memoria gastronomica. Il titolo è finito sulla testa di Ciotti, chef a Cattolica, che - dicono gli organizzatori - «ha vinto il premio con due piatti giudicati i migliori considerando l’equilibrio tra gli ingredienti scelti, la presentazione, l’originalità e il gusto complessivo: rana pescatrice in potacchio, guanciale di mora romagnola e patate e poi con le con tagliatelle di seppia al limone candito, zuppa d’olio extravergine e vongole, boulgur al nero.

«La cucina che esiste in ognuno di noi - dice il vincitore sul sito del ristorante per cui lavora - è frutto di combinazioni di esperienze, legate ai sapori nella memoria di bambino e alle consapevolezze lavorative. Chi mi ha influenzato di più è mia madre, sono i suoi sapori che hanno forgiato la mia cucina, che ancora mi ispirano perché hanno la solidità di un mondo autentico».
Massimiliano Rossin

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