Proteste record a Como
Telefoni e bollette sotto accusa

Otto proteste su dieci riguardano disservizi, truffe o raggiri telefonici. In parte anche «colpa» delle stesse compagnie telefoniche. Numerazioni a costi elevati, collegamenti Internet verso siti a pagamento mai avviati, presenza in bolletta di servizi mai richiesti dalla segreteria telefonica al memotel, dalla sveglia, ai passaggi di compagnia.

como - Il telefono è la croce dei comaschi: 8 proteste su dieci riguardano disservizi, truffe o raggiri telefonici. In parte anche «colpa» delle stesse compagnie telefoniche. Numerazioni a costi elevati, collegamenti Internet verso siti a pagamento mai avviati, presenza in bolletta di servizi mai richiesti dalla segreteria telefonica al memotel, dalla sveglia, fino ai passaggi da una compagnia telefonica all’altra che avvengono a costi non previsti o annunciati e fatti in maniera troppo superficiale, allacciamenti e traslochi di linee che necessitano mesi di attesa ma che nel frattempo costringono a pagare la bolletta per un servizio non ancora in funzione, alla linea Adsl ormai vista come miraggio. Insomma, ben venuti nel pianeta comasco dei disservizi al telefono, quelli denunciati dai consumatori comaschi e utenti di compagnie telefoniche, sia sull’utenza fissa che su quella mobile. L’accusa è trasversale: da Telecom, Tele2, Fastweb per il fisso fino ad arrivare a Wind e «3» per il telefonino, fra le compagnie maggiormente finite nelle proteste dei consumatori. La varietà del mercato e la grande offerta differenziata degli operatori telefonici, non solo causano confusione negli utenti - l’accusa principale è di sottoporre contratti di sempre più difficile interpretazione -, ma portano le stesse compagnie poi a non riuscire a erogare il servizio tanto sbandierato o a risolvere i problemi denunciati dai consumatori. «Circa l’80% delle segnalazioni che riceviamo ogni giorno riguarda questioni telefoniche. Su dieci appuntamenti quotidiani con l’utenza, otto riguardano la segnalazione di disservizi degli operatori di questo settore - spiega Simona Valera, conciliatrice di Federconsumatori per le vertenze telefoniche -. Il panorama dei reclami è fittissimo. Dalle chiamate all’899 fatturate in bolletta, ma mai effettuate dal consumatore, fino ai tempi lunghissimi per i traslochi di linea e gli allacciamenti che impiegano in alcuni casi da sei mesi e un anno». I comaschi sono imbufaliti. Anche perché il maggior numero delle loro segnalazioni riguarda l’esorbitante importo fatturato bolletta per chiamata e mai fatte. In primo luogo vi sono i numeri ad alta tariffazione, i vari 144, 166 o 899, o addirittura numeri con prefissi internazionali, che comportano la spesa di svariati euro per pochi minuti di chiamata; può capitare che ad essi si venga collegati, se non si presta la dovuta attenzione, dopo aver effettuato una normale chiamata con prefisso nazionale ad un call center di un’azienda o per un gioco a premi in tv. In secondo luogo vi sono i collegamenti internet verso siti a pagamento ai quali si viene indirizzati attraverso i dialers, software che collegano il computer dell’utente ad aree riservate attraverso la composizione dei numeri ad alta tariffazione prima citati. Infine, trovano grande risalto nella protesta dei cittadini quei servizi a pagamento presenti in bolletta per i quali nessuno ha fatto richiesta e che vengono spesso attivati automaticamente dalle compagnie senza un esplicito assenso da parte dell’utente; che siano la sveglia, la possibilità di vedere il numero chiamante o la segreteria telefonica si tramutano sempre in guadagni extra per gli operatori. «Oltre l’elevato costo della bolletta che rimane l’argomento principale del 60-65% delle segnalazioni che riceviamo ogni giorno - spiega Lorenzo Trombetta, segretario generale comasco di Adiconsum - un altro problema risulta particolarmente rilevante. Attraverso la firma vocale, cioè l’assenso a voce dell’intestatario del contratto, è possibile cambiare gestore con una semplice telefonata; alcune compagnie dunque utilizzano questa opzione chiamando l’utente per pubblicizzare le parti più convenienti della propria offerta inducendolo ad accettare i loro servizi senza fornire un responso cartaceo maggiormente dettagliato». Appare chiaro che attraverso questo sistema si cerca di convincere l’utente a sottoscrivere un abbonamento senza approfondire adeguatamente l’offerta, che può apparire nel colloquio altamente competitiva, ma che poi contiene clausole non sempre convenienti. Casdi comaschi arrivati a livello regionale: il presidente di Adoc Lombardia, Nunzio Buongiovanni, evidenzia che «specialmente su Como riscontriamo molte segnalazioni riguardanti disservizi della telefonia mobile in merito alla copertura del segnale, causati dalla conformazione del territorio lariano. Alcune compagnie promettono la ricezione del segnale in zone dove invece l’utente non riesce a comunicare o lo fa a fatica. In poche parole - spiega Buongiovanni - assicurano un servizio che non sono in grado di fornire con tutti i problemi che questo comporta per il consumatore. Il grosso ostacolo alla risoluzione delle vertenze sta nel fatto che se si chiama il call center delle compagnie, non solo della telefonia mobile, non si ha la certezza che questo riferisca il problema all’ufficio competente, anzi secondo quanto noi sappiamo quest’ultimo si occupa del caso solo se si apre un ricorso. Considerando che solo il 4% degli utenti si affida alle associazioni dei consumatori si può capire quanti problemi rimangano irrisolti».
Andrea Tarragoni

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