Avrei voluto scrivervi a seguito del varo della manovra finanziaria di Ferragosto. Ho nicchiato, e nel frattempo la scelte per sistemare i conti pubblici sono cambiate. Niente da fare anche con la seconda e terza bozza di "manovra". Il governo mi ha battuto sul tempo. Quando ho ben pensato che cosa dire, le norme sono già variate. Adesso, alla luce quella quarta (e certo non ultima) proposta di legge, eccomi a riflettere sul punto relativo alla lotta all'evasione, e sui rimedi pensati per sconfiggere questo "parassita" sociale. L'idea è quella di munire i Comuni di maggiori poteri per rimediare ai minori introiti di tasse ed imposte. Ma ce lo vedete un sindaco che va a caccia dei "furbetti" che non fatturano le prestazioni professionali o che non denunciano tutti i redditi?
Che si fa invitare a casa dei propri concittadini e sbircia qua e là se l'arredamento e gli elettrodomestici sono consoni al reddito dichiarato? O che, nei piccoli Comuni, potrebbe pure affidarsi alle voci di piazza o ai delatori di turno? Arriveremo magari al punto che se il primo cittadino vede qualcuno su di un'auto nuova, non dirà più la proverbiale frase "paghi da bere!" ma "come l'hai comprata?". Ora concludo, e vi invio la mia lettera. Chissà, magari nel frattempo la proposta di legge potrebbe essere già cambiata.
Avv. Sergio Vergottini
Non metteremo le mani nelle tasche degli italiani»: mentre da Roma ci giunge l'eco in falsetto del solito ritornello che non incanta più nessuno, i nostri sindaci scoprono l'amara verità: lo sgradevole compito del gabelliere finirà per ricadere in buona parte su di loro. Che sia una delle delizie nascoste del federalismo? Ne aveva parlato anche il ministro Maroni al Workshop Ambrosetti: «Abbiamo coinvolti i sindaci sulla sicurezza, facciamolo anche per la sicurezza economica. Sono certo che saranno dalla nostra parte». Quasi un appello, dunque, che tuttavia ha suscitato reazioni discordi fra i primi cittadini.
Alcuni paiono refrattari a diventare gli artigli del fisco rapace. Ma c'è anche chi ha saputo fare di necessità virtù: a Bergamo, per esempio, il Comune ha messo a punto da tempo un sistema informatico in grado di individuare posizioni sospette e di incrociare i dati con l'Agenzia delle Entrate. In pochi mesi il software ha smascherato 60 evasori recuperando 1,6 milioni di euro. La metà sono finiti nelle casse comunali, che ora potranno contare sul 100% di quanto recuperato. Messa così, la questione cambia aspetto e il sindaco gabelliere potrebbe diventare un Robin Hood al servizio dei cittadini onesti.
Pier Angelo Marengo
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA