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Mercoledì 06 Maggio 2009
Quando il figlio del Duce
si nascondeva al Gallio
Mussolini jr accolto da padre Ferro, in odore di beatificazione
Carte emerse per un’occasione speciale: domenica, nel quattrocentesco Collegio, si svolgerà un concerto con testimonianze, in omaggio a monsignor Giovanni Ferro, rettore negli anni della guerra: l’ha voluto un ex allievo di origine ebrea, che trovò rifugio tra le mura di via Gallio. È in corso la causa di beatificazione di padre Ferro, poi arcivescovo di Reggio Calabria, un uomo di Dio e dei fratelli dalle straordinarie virtù e per raccogliere documenti, sono stati spulciati gli archivi, ritrovando testi storici e ritagli di giornale, studi e ricerche compiute, tra l’altro, dal compianto professore comasco Gianfranco Bianchi, docente di storia contemporanea all’Università Cattolica ed autore di libri sugli ultimi giorni di Mussolini. Il materiale raccolto, con alcuni manoscritti inediti, sarà successivamente pubblicato. Ma lo scopo non è solo quello di ricostruire momenti storici, bensì di sottolineare come i Padri Somaschi hanno sempre applicato, dalla fondazione della Congregazione fino ai giorni nostri un motto: farsi tutto a tutti.
Mussolini, dunque: il 26 aprile 1945, mentre il Duce cercava una trattativa o una via di fuga, Vittorio si presentò a padre Ferro, con un biglietto del Cardinal Schuster, Arcivescovo di Milano. Fu accolto e il giorno dopo le stesse porte si aprirono per Vanni Teodorani, marito di Rosa, figlia di Arnaldo Mussolini, fratello del capo del fascismo e per Orio Ruberti, cognato di Bruno, il figlio del Duce morto in un incidente aereo nel 1941. La moglie del Duce, Rachele con i due figli minori, Romano ed Anna Maria era già a Como, a Villa Mantero dove aveva stivato beni per milioni e milioni, poi fatti sequestrare dal prefetto della Liberazione, il comasco Virginio Bertinelli. La mattina del 26 aprile, le ultime Brigate nere lasciano Como, la colonna degli americani si avvicina e Vittorio bussa al “conventino” di via Gallio, con uscita di sicurezza su via Barelli: vi resterà fino al mese di novembre del 1945 e trovò un nascondiglio, in caso fossero venuti a prenderlo, in chiesa, dietro i mantici dell’organo, mentre i suoi parenti si sarebbero nascosti in infermeria. Il 20 maggio del 1945, Padre Ferro comunicò per iscritto al «Signor Governatore Alleato della Piazza di Milano» la presenza dei tre ospiti. «Ho il piacere - scrive - di poter interessare il Comando americano intorno ad alcune persone legate al passato regime, tuttora in attesa di decisioni a loro riguardo, ma non ancora fuori dal pericolo di una giustizia sommaria di parte». Si fa garante «della loro volontà di non allontanarsi dal luogo in cui si trovano» e chiede al Comando di prenderli sotto la sua tutela. A novembre, Vittorio, barba da missionario, fu accompagnato a Rapallo e nel 1946 si imbarcherà per Buenos Aires. Ma questa è solo una pagina. Le altre sono ancora da leggere.
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