Sono quattro, ma la loro sintonia è assoluta.Tiziano Baviera, Alberto Franchin (violini), Sara Dambruoso (viola) e Tommaso Tesini (violoncello) compongono il Quartetto Noûs, vincitore del Premio Abbiati 2015 per la migliore formazione emergente. È solo l’ultimo di molti riconoscimenti di prestigio che ha portato i musicisti comaschi di adozione - con casa a Monte Olimpino - ad ottenere la cover di “Amadeus”, il mensile di punta di musica classica (in edicola con il cd in cui i musicisti interpretano il Langsamer Satz di Anton Webern, il Quartetto op. 80 di Mendelssohn e il Quartetto op. 30 di Tchajkovskij). Ne parliamo con Alberto Franchin.
Perché avete scelto di vivere a Como?
È stata una decisione molto pratica. Per la nostra professione siamo tenuti a spostamenti continui. Stare a Monte Olimpino risulta agevole.
Qual è la storia del Quartetto?
Il Quartetto Noûs nasce nel 2011, al Conservatorio della Svizzera italiana a Lugano, dov’eravamo a studiare. L’unione si deve un po’ al caso, ma è scattata quella scintilla che consente di trovare la sintonia. Un’alchimia difficile da raggiungere, quando si suona in gruppo: i Quartetti nascono e muoiono in fretta.
Se la musica è emozione, passione, perché avete scelto il nome “noûs”, in greco mente e intelletto?
Perché è anche un termine che esprime creatività e intuizione, fattori essenziali per svolgere la nostra attività. Fare musica significa emozionare e comunicare. La musica è un linguaggio. Per farlo è necessario filtrare le note attraverso la mente. E per poter salire sul palco occorre fare lo stesso con le emozioni.
L’amore per la musica come si traduce nella quotidianità?
La vita del Quartetto è tortuosa, piena di imprevisti. Anche per questo richiede dedizione, spirito di sacrificio perfino superiore a quella di altri ambiti musicali. Nel lavorare insieme teniamo viva la fiamma della passione e dell’amore per questo linguaggio straordinario.
Per giovani musicisti, cosa significa la copertina di una rivista come “Amadeus”?
Quando vedo quella copertina penso ai nostri inizi: nessuno ci conosceva e dovevamo fare anche un gran lavoro di divulgazione. All’inizio si fa tutto da sé, con grande fatica.
Perché la musica è sempre una colonna sonora della vita?
Perché, quale che sia il genere proposto - la classica in modo sommo - la musica porta ad elevare lo spirito. Riesce ad alleviare momenti difficili. C’è sempre una musica che può fare del bene e migliorare la propria esistenza.
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