Quel cervo in amore
preso a fucilate
Caccia al bracconiere

Dizzasco. Nonostante il divieto non ha avuto scrupoli. L’animale è riuscito a scendere fino a fondo valle dove i veterinari hanno invano cercato di salvarlo

Bracconieri senza scrupoli sparano ad un cervo in questi giorni in cui la caccia al cervo è chiusa per favorire il loro accoppiamento.

L’episodio è avvenuto sabato notte all’interno dell’oasi protetta della frazione di Muronico. L’ungulato è stato ferito mortalmente. Sanguinante è riuscito a portarsi a Valle fino a Dizzasco dove è stato soccorso ancora agonizzante dai veterinari del presidio sanitario di San Fedele, i quali constatata la grave ferita - una pallottola al cuore- hanno deciso di sopprimerlo con una dose di siero per evitargli ulteriori sofferenze.

Un esemplare adulto dominante di elevato pregio riproduttivo, quello abbattuto. In questi giorni e fino al 20 ottobre la stagione venatoria è temporaneamente interrotta per consentire, come detto, il loro accoppiamento. Si tratta di una forma di bracconaggio molto frequente in Valle d’Intelvi .

Ultimamente il servizio di vigilanza da parte degli agenti della Polizia Provinciale è stato ridotto per la diminuzione dell’organico .

Episodi sicuramente ascrivibili ad un fenomeno locale in aumento. Si tratta di persone del posto che evidentemente conoscono il territorio ma anche da fuori comprensorio. Si muovono principalmente di notte per eludere la sorveglianza della polizia venatoria.

Una recrudescenza che preoccupa anche i residenti. In questo periodo si dovrebbe sentire solo il bramito del cervo, invece sono parecchie le segnalazioni di spari. Il colpo di carabina secco si avverte da una parte all’altra della vallata, amplificato dall’eco. Diventa anche difficile nell’oscurità individuare il luogo esatto dell’appostamento. La Valle d’Intelvi da secoli è sempre stata terra di caccia . L’aumento della caccia di frodo è dovuta anche al fatto che in tutta la Valle si sia registrato negli ultimi dieci anni un forte popolamento di cervi, caprioli e camosci. I capi sono diventati merce appetibile da un punto di vista economico sia per i “ palchi” costituiti dalle loro corna, sia per il pregio della loro carne, per la quale esiste un mercato nero.

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