Percorro spesso la Novedratese, quindi ho letto con attenzione l'articolo sui lavori previsti su questa strada. E sono rimasto esterrefatto da quanto viene riportato: "...La Foti di Como che ha proposto un ribasso del 45,55% per un investimento finale di € 1.865.000..." Mi sorge spontanea una domanda: se questo è l'importo finale dei lavori vuol dire che la base d'asta prevedeva una spesa di circa € 3.370.000. l'impresa che ha vinto afferma quindi di essere in grado di eseguire i lavori rinunciando ad oltre € 1.500.000,00 di guadagno.
Io non sono un imprenditore né tantomeno un tecnico; immagino solo che quando un ente pubblico indice un'asta per lavori su una strada abbia determinato i relativi costi sulla base di un capitolato che ha tenuto conto del costo di materiali e mano d'opera secondo le tabelle che esistono presso le varie camere di commercio. E' fors'anche vero che i dati di queste tabelle esprimono un tetto massimo, ma da qui ad arrivare ad un simile ribasso mi sembra che qualcosa non quadri: qual è quell'imprenditore che, fatti due conti, partecipa dicendo al committente: "I lavori li voglio fare io anche rinunciando al mio guadagno: basta che tu mi paghi solo mano d'opera, materiali e benzina?". Sinceramente credo poco nella filantropia di un'impresa operante nel campo stradale e non vorrei che, alla fine, il paventato "anno e mezzo" di disagi si allunghi a dismisura oppure che, dopo 6 mesi dal termine dei lavori, l'asfalto si sgretoli o le banchine cedano perché sono stati usati materiali scadenti o non conformi al capitolato dei lavori. Vogliamo risentirci tra un paio d'anni su questo argomento?
Luca Boschini
Come si fa a non pensar male? O l'importo a base d'asta è stato mal calcolato - ma non credo - oppure un tale ribasso difficilmente potrà consentire i giusti margini per un ritorno eonomico. Sotto accusa c'è una legge controversa. Di recente il segretario della Uil, Angeletti, ha definito "criminogeno" il sistema «degli appalti con il massimo ribasso, che spinge le aziende a far offerte incongrue rispetto all'effettività dei costi e produce appalti e subappalti spesso con imprese per modo dire, non in grado ci completare il lavoro». Peste e corna anche da imprenditori e da molti politici. Ma, come spesso accade in Italia, tutti ne parlano male e nessuno fa nulla per modificarla.
Le perplessità quindi ci sono, eccome. Riparliamone, come dice lei, fra un paio d'anni, ma tenendo gli occhi bene aperti.
Pier Angelo Marengo
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