L'improvvisa vicinanza con i moti sanguinosi e presunti libertari del nord Africa mi spinge a un'intrigante e quanto mai tragica riflessione sulla violenza. Ci sono guerre d'aggressione, di liberazione, d'espansione, economiche o civili, che bene o male finiscono sempre con una pace onorevole, disonorevole, armata, disperata ecc. Ci sono poi guerre che, oltre che essere sanguinose e totali, sono inevitabili e non ammettono un “accordo” di pace finale: sono quelle di religione. Il motivo è che ogni religione per definizione ha una sua verità, che, oltre che essere fideistica e indiscutibile, riguarda sia il mondo fisico (religione come res-ligata cioè costretta nel cronotopo), che il sovrannaturale o metafisico, per il quale deve essere investita e organizzata l'intera vita terrena. E' una peculiarità delle religioni, quale più quale meno, essere integraliste e proiettate al trascendente. Le religioni non hanno nulla a che fare con la globalizzazione, l'omologazione e la stessa scienza, cioè con le oggettività, le condivisioni o le convenzioni “laiche” del mondo. I teologi più illuminati (Caffarra) lo riconoscono, associando alla fede l'aggettivo di ragionevole e non più di razionale e assoluto. Resta il problema che l'intrattabilità dei principi religiosi, esclude ogni discussione dialettica, la quale, al contrario, considera tutto adattabile e in evoluzione. La diplomazia, intesa come arte del compromesso e della flessibilità, non può nulla sull'inevitabile integralismo e fondamentalismo delle religioni. E' un abbaglio intrinseco ritenere possibile tra religioni un confronto pacifico, fondato su presunti valori comuni.
Guido Martinoli
Al di là d'ogni possibile fondamentalismo, ciascuna religione è impregnata della voglia di ricerca. Basta questo ad accomunarle tutte. Basta anche il tentativo di dare risposte alle inquietudini dell'animo umano. Chi prova a farlo, raccoglie il richiamo dello spirito religioso che è innato dentro di sé. Indipendentemente dalla religione professata. Non glielo dico io, caro amico: lo diceva Sant'Agostino. Va aggiunto che le religioni hanno il pregio condiviso d'avversare l'indifferenza alle sorti umane. L'indifferenza è il peggio che ci possa capitare di trovare (subire, imporre). Infine le religioni spartiscono il senso dell'attesa, la voglia della speranza: è molto, non pensa? Ciò che delle religioni appare inaccettabile è l'uso talvolta a propria misura che qualcuno ne fa, piegandole a interessi di parte e ammantandole di comode ipocrisie. Ma sono gli uomini a sbagliare, non le religioni. Magari fossero le religioni.
Max Lodi
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