A scuola gira anche la cocaina. Non tanta, un grammo, ma la quantità non è la notizia , lo è la sua esistenza tra i banchi.
L’hanno trovata i finanzieri al termine di controlli che hanno eseguito durante le lezioni, negli ultimi giorni, su richiesta di alcuni dirigenti scolastici preoccupati «Avevamo sospetti» ha confermato il dirigente della Ripamonti e della Da Vinci Pasquale Clemente.
E infatti proprio in queste due scuole sono stati trovati 16 studenti con la droga, 11 minorenni, e sono stati sequestrati 200 grammi di marijuana e 10 di hascisc, oltre alla coca. Il dirigente dice che prenderà provvedimenti severi nel momento in cui saprà chi dei suoi ragazzi è coinvolto.
Cosa dire? Tacere sarebbe meglio, ma non per interpretare l’accaduto fingendo di scandalizzarsi o per fare ciondolare la testa sospirando il solito «Che brutto mondo». Tacere per dire ai ragazzi che non c’è senso nel frequentare un corso sulla legalità, come avevano fatto di recente quelli di queste due scuole, e poi sniffare o fumare droga.
Non c’è davvero senso. Appena qualche anno fa, durante la presentazione in un liceo della città di un libro proprio sulla tema della legalità, fu sorprendente verificare come i ragazzi nemmeno immaginassero che comprando un briciolo di droga si potesse favorire la mafia.
Erano tutti pronti a scendere in piazza contro la mafia gridando cori contro violenza e corruzione e poi erano altrettanto pronti ad acquistare un po’ di fumo. Non avevano chiaro che chi vende droga, anche”solo” fumo è un malavitoso, spesso dei peggiori. Erano sorpresi: «Ma come? Io compro il fumo, ma cosa c’entra con la mafia?».
Non avevano chiaro il concetto di legalità, in testa avevano una confusione mostruosa, quella che noi adulti spesso non immaginiamo che i ragazzi abbiano in testa perché a noi, a quasi tutti noi adulti, sembra impossibile anche solo da concepire. Ma vuoi che arrivato a 16 o 17 anni un ragazzo non capisca che c’è legame tra fumo, droga, criminalità? No, capita che non lo capisca, non lo sappia per mille motivi. O vuoi che non capisca che con la droga gli si bruciano i neuroni ( perdonino gli esperti e i medici il pressapochismo)? Sì, purtroppo spesso i ragazzi non lo capiscono, percepiscono la droga come qualcosa di vicino e lontano, più di bello che di brutto. Abbordabile e allo stesso tempo in grado di essere confinata tra staccionate ben piantate. Il fumo non fa niente, una sniffata non ha mai ucciso nessuno.
Ci vorrebbe... che cosa? La battaglia è persa? I soldati, cioè i ragazzi, vogliono spaccare il mondo? E allora, avanti, è la loro occasione, dimostrino che sanno darsi una mossa per capire che non si può essere così pressapochisti da restare seduti ad ascoltare un corso sulla legalità e tenere in tasca la droga.
Coerenza vorrebbe che uno si alzasse e dicesse «io questo corso sulla legalità non lo ascolto perché in realtà voglio proprio comportarmi in modo contrario alla legalità, voglio sniffare e fumare». Ovvio che questa coerenza è impossibile, perché tutti sanno che la legge esiste e che così facendo rischi. Ma è una coerenza impossibile anche perché poi se quello vicino di banco ti fa un’angheria tu vuoi che nei tuoi confronti venga ristabilita la legalità (che tu infrangi) e che lui ti rispetti.
L’appello è ai ragazzi, non a tutti perché per alcuni non serve farlo, arriva dal “Il lupo di Wall Street” (il film di di Caprio)che insegna: chi insegue il successo aggrappandosi alla droga alla fine paga, perde tutto e in più deve disintossicarsi. Lo dice anche Vasco Rossi. Prima o poi passi in cassa.
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