Ragazza si taglia per “gioco”
Balena blu, 4 denunce a Como

Procura e carabinieri indagano su quattro ragazzine sorprese a seguire le pericolose sfide del “Blue Whale”

Ha visto la scritta “f57” incisa con la lametta sulla gamba di una studentessa e non ha perso tempo, la vicepreside di una scuola media della zona del lago. La professoressa, ieri mattina, chiamato i carabinieri della compagnia di Como e lanciato l’allarme: una nostra studentessa sta giocando alla “balena blu”.

Salgono a quattro le denunce giunte in Procura a Como, in una sola settimana per ragazze delle scuole medie sorprese a ferirsi per “gioco”. Tre di loro hanno già ammesso di aver iniziato a seguire la lista dei cinquanta incarichi ricevuta da anonimi “curatori” sui quali, ora, i carabinieri hanno aperto un’inchiesta.

Casi seguiti dagli uomini del reparto operativo i quali hanno acquisito smartphone e computer per cercare di risalire all’anello iniziale di una catena pericolosissima.

Le quattro ragazze sorprese a “giocare” a “Blue Whale” hanno tra i 13 e i 14 anni e - come centinaia di adolescenti in tutta Italia - nelle scorse settimane hanno iniziato a seguire sfide, proposte da anonimi delinquenti, del tipo: incidersi la scritta “f57” su braccia o gambe con la lametta, fotografarsi e inviare la foto al “curatore”. Una delle giovani ha anche riferito di aver avuto l’incarico di svegliarsi nel cuore della notte, cercare un palazzo alto e salire sul tetto. Ai carabinieri ha detto di non aver - per fortuna - avuto il coraggio di farlo.

Che le origini del “Blue Whale” siano reali oppure meno, di certo nelle ultime settimane la sfida che - se seguita fino all’ultimo - potrebbe portare addirittura al suicidio sta raccogliendo seguaci anche in Italia. E su internet si moltiplicano i sedicenti “curatori”, delinquenti pronti a contattare aspiranti “giocatori” a cui inviare un elenco di 50 sfide che prevedono - tra l’altro - forme di autolesionismo, sveglie alle 4.20 di notte per salire sul tetto di palazzi alti diversi piani, la visione di film dell’orrore fino alla sfida finale.

Il primo a parlare del fenomeno “Blue Whale” è un periodico russo che pubblicò un’inchiesta su alcuni suicidi tra gli adolescenti legandoli, appunto, alla balena blu. Prove, in tal senso, però, non ve ne sono. Si sa che le sfide sarebbero nate su VKontakte, una sorta di facebook russo, già un paio di anni fa. La parola d’ingresso da digitare per dover partecipare il gioco era #f57, diventato anche la prima tappa della folle sfida, per qualcuno diventata un incubo. Alcuni “giocatori” avrebbero infatti ricevuto minacce: violenze sui propri cari per chi non avesse proseguito la sfida.

A oggi, a Como, sono quattro i casi accertati di adolescenti che hanno sono entrate in contatto con presunti “curatori”, sui quali ora i carabinieri hanno aperto un’inchiesta.

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