Cronaca
Martedì 13 Maggio 2014
Redditometro: come
contestare la lettera
Il Sole 24 Ore riporta alcuni esempi piuttosto interessanti che possono aiutare il contribuente a mettere in discussione i valori proposti dall’amministrazione tributaria.
Roma
Redditometro, ecco come contestare la lettera e portare l’agenzia delle Entrate in contraddittorio: il Sole 24 Ore riporta alcuni esempi piuttosto interessanti che possono aiutare il contribuente a contestare i valori proposti dall’amministrazione tributaria. D’altronde, nella lettera che oltre 20mila italiani stanno già ricevendo, ci sono già tutti gli strumenti per impostare la contestazione iniziale.
Il Sole ha potuto visionare una lettera arrivata ad un contribuente e ha calcolato: l’amministrazione del fisco consegna ai contribuenti delle rilevazioni che possono risultare distanti dalla realtà anche di molto, e per questo è importante sapere da subito in che modo contestare alcune delle voci. Nella lettera che giunge dall’agenzia delle entrate ci sono tre colonne: nella prima ci sono “le spese certe contenute in Anagrafe Tributaria”, nella seconda colonna ci sono “le spese basate su dati certi (ad esempio, possesso di abitazione o di automobile” e la terza è a disposizione del contribuente per modificare o integrare i dati proposti prima di presentarsi all’appuntamento per il contraddittorio proposto dall’Agenzia, che si può modificare ma va comunicato al mittente entro 15 giorni dalla ricezione della missiva.
The director of the Italian Revenue Agen
Ecco alcuni esempi per contestare gli importi da redditometro.
Si potrebbe far presente che il reddito effettivo è diverso da quello presunto dall’agenzia a causa delle disponibilità sul conto corrente. “Le disponibilità sul conto potrebbero spiegare le spese per incrementi patrimoniali” e il Sole ha calcolato che “il peso degli investimenti possa determinare uno scostamento molto notevole, oltre tre volte, rispetto al reddito dichiarato”.
Spesso “il prezzo indicato nell’atto di acquisto dell’immobile non corrisponde alla spesa effettivamente sostenuta nell’anno di acquisto dell’immobile” perché in sede di contratto preliminare si potrebbe aver versato “parte dell’importo contestato dall’ufficio”. Questo va dimostrato.
Si potrebbero far valere “eventuali disinvestimenti immobiliari e finanziari” presentando le distinte di accredito
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