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Domenica 18 Gennaio 2009
Ricordando don Renzo
Il potere s’inchina alla carità
Vescovo, sindaco, prefetto e tanta gente comune ieri a Ponte Chiasso
«Dividere la dimensione religiosa da quella civile sarebbe stato un tradimento: l’umanità di don Renzo, il ruolo sociale del suo agire, era un tutt’uno con il suo essere prete, con la sua testimonianza di fede» ha affermato il sindaco di Como Stefano Bruni, affiancato dal prefetto Sante Frantellizzi, motivando così l’unità di impegno nella realizzazione degli eventi celebrativi che anche ieri hanno visto partecipi, con la regia organizzativa del consigliere comunale Gianmaria Quagelli, diverse autorità civili e militari. Ma il vero "trait d’union" fra tanti ricordi e tanta commozione durante la messa presieduta dal vescovo Diego Coletti nella chiesa dove per 15 anni don Renzo espresse il suo ministero, si è insinuato come un interrogativo esigente: cosa può voler dire oggi mettere a frutto l’eredità di don Renzo?
«Di qui in avanti la nostra vita è traducibile in un unico grande atto d’amore che si esprime nella nostra capacità di perdonarci a vicenda, di volerci bene, di spendere la vita per gli altri, costi quel che costi» ha suggerito il vescovo che era per l’occasione affiancato da diversi sacerdoti, fra i quali il vicario episcopale monsignor Angelo Riva, don Piercarlo Contini, don Battista Galli e dal direttore della Caritas, Roberto Bernasconi.
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