C’è del nuovo sotto il cielo di Como. Anzi, di antico. Citazione poetica per una parafrasi politica. È in atto da qualche tempo in città un ricambio nei posti chiave. Gli americani lo chiamano “spoil system”.
Effetto dell’onda lunga del risultato delle elezioni del 2012 con la vittoria del centrosinistra e la nomina di Mario Lucini a sindaco. Forse anche conseguenza della bocciatura del progetto del campus. Ora si sta ridefinendo la mappa di chi decide. La novità è che per la ripartenza Como si affida a uomini collaudati. Qui il nuovo ha le radici nel passato.
Passo dopo passo, nomina dopo nomina, volto dopo volto, ecco ri-assurgere nei posti chiave personaggi conosciuti e apprezzati. Amministratori e politici che sbrigativamente e superficialmente si potrebbero definire della prima repubblica. Più corretto e onesto sarebbe indicarli come i “ragazzi della Dc”.
Esponenti della Democrazia cristiana fin dagli anni Settanta e Ottanta. Gente che non ha mai rinnegato la storia, la tradizione, l’esperienza e i valori dello Scudocrociato. Superate le infatuazioni e assorbite le delusioni dei fuochi fatui dei partiti di plastica, eccoli lì pronti a dare una mano, a sollevare amministrazioni e bilanci, a ridare efficienza ad aziende pubbliche.
Dopo Giovanni Orsenigo - Mariuccio, per gli amici - chiamato alla presidenza dell’Acsm-Agam, ad un altro testimone di quella Dc comasca potrebbe toccare oggi un ruolo di primo piano. L’assemblea di Sviluppo Como è chiamata a indicare i suoi consiglieri e a designare come presidente Enrico Lironi. Il suo nome filtra dalle indiscrezioni sui futuri assetti.
Sviluppo Como è una società mista pubblico-privata che si propone di promuovere lo sviluppo del sistema economico e sociale del nostro territorio. Appartiene al 50% alla Camera di commercio, al 45% alle banche (15% le Bcc comasche, 15% Credito Valtellinese e 15% Intesa Sanpaolo) e il 5% è delle categoria economiche.
Non è un carrozzone. Ha dieci milioni di capitale sociale e lo ha investito in realtà importanti come”Sistema Como 2015” pensato per Expo ma che vuole andare oltre; Como Next con il parco tecnologico di Lomazzo; Como Venture per valorizzare le start-up e una società sulla realtà virtuale. Sviluppo Como è un importante braccio operativo che mette insieme le istituzioni e i privati per valorizzare e rilanciare il territorio. Finora un’esperienza di valore ma con bilanci negativi. Il capitale sociale per le perdite negli investimenti sarà pesantemente svalutato e si procederà a una ricapitalizzazione per poter puntare su nuove iniziative.
La precedente gestione era in mano allo stesso presidente della Camera di commercio Paolo De Santis. Dimessosi De Santis, c’è stato l’interim di Taborelli, mentre ora dovrebbe toccare a Lironi che potrebbe inaugurare la presidenza senza compenso. Sarebbe stato lo stesso presidente della Camera di commercio a indicarlo assieme agli altri componenti del cda: il suo vice Marco Galimberti, Andrea Camesasca, Filippo Arcioni e lo stesso Ambrogio Taborelli.
Un punto resta ancora irrisolto: il conflitto di interessi per il doppio incarico tra chi è componente di giunta della Camera di commercio e allo stesso tempo è nominato in società partecipate. Il controllore coincide con il controllato. Sarà importante sciogliere questo nodo. Altre nomine, infatti, verranno. Sviluppo Como dovrà presto designare i suoi rappresentanti nelle varie società. La nuova squadra ha di fronte una grande sfida: risanare i bilanci, fare scelte giuste per i nuovi investimenti a favore del territorio; indicare e applicare magari per primi in Italia tra le Camere di commercio un nuovo stile, un diverso amministrare, una gestione sobria e con compensi a euro zero.
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