Tutti dicono che ha vinto il centrosinistra, ma forse sarebbe più corretto dire che il successo dei candidati del centrosinistra è stato favorito dallo stesso Berlusconi che ha scelto di trasformare queste elezioni in un plebiscito sulla sua persona, trascinando nella sconfitta il suo stesso partito e il suo principale alleato. La vittoria dei sindaci delle più importanti città (Torino, Bologna, Milano e Napoli) ha confermato un centrosinistra che pur essendo diviso in tre diversi partiti ha agito, per fortuna, come un unico partito. Ora bisognerà vedere se nei prossimi due anni che ci separano dalle elezioni politiche nazionali, questo grande patrimonio edificato dagli elettori non venga demolito da qualche guastatore di turno. Il terzo polo, che è stato determinante nella sconfitta di Berlusconi, non è stato premiato, e sarebbe ingeneroso pensare di darlo perdente. Se, come alcuni auspicano nello stesso centrodestra, Berlusconi si fa finalmente da parte e attraverso primarie vere si arriva a scegliere un nuovo candidato premier del centrodestra aperto ai cosiddetti centristi, non so se a quel punto si possa parlare di un centrosinistra candidato a vincere le prossime elezioni politiche. Al centrosinistra non sarà consentito di sopravvivere solo con gli slogam e con la demagogia del centrodestra. Il berlusconismo si potrà definire esaurito solo quando si sarà capaci di dare risposte vere a questo Paese, risposte che oggi non ci sono.
Emilio Vanoni
Il centrodestra ha perduto, ma non è detto che abbia perduto per sempre. Dovrebbe rimetter mano al suo programma originario: meno tasse, meno privilegi, meno enti locali, meno burocrazia, meno vincoli alle piccole e medie imprese, meno statalismo, meno paura d'essere autonomo da poteri forti o presunti tali. E'stato punito per questo, il centrodestra. Puniti Berlusconi e Bossi. Perché Bossi è stato gregario di lusso di Berlusconi, così ha percepito il suo elettorato (anche parte della sua militanza). Il centrosinistra ha vinto dove e come non pensava di vincere (a Milano, Napoli e Cagliari, con i candidati extra Pd), e questo la dice lunga sul modo in cui dovrà gestire la vittoria. Non ha toccato un punto d'arrivo, ha costituito una buona base di partenza. Il terzo polo ha deluso, ingenerando confusione e perplessità: fin che non acquisirà risolutezza chiara e collocazione definitiva, resterà un terzo palo. Immobile tra i due pali (poli) di destra e sinistra. Immobile, cioè ininfluente. Un atteggiamento che ha profondamente deluso i cattolici, gerarchie vaticane comprese.
Max Lodi
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