Musica
Lunedì 20 Settembre 2010
Ritorni: con un «disco rotto»
Lloyd Cole centra il bersaglio
«Broken Record» il titolo del nuovo album con il quale il 49enne Lloyd Cole torna sulle scene dopo quattro anni dall'ultimo lavoro di studio ed esattamente un quarto di secolo dopo la pubblicazione di «Rattlesnakes», il disco d'esordio del 1984
Ironia e distacco permettono anche di compiere alcune scelte coraggiose: in The Flipside e Why In The World, ad esempio, Cole racconta la fine di un amore usando come metafora le linee di una mano e la facciata B di un vecchio disco in vinile; in Westchester County Jail si avventura nei territori per lui assolutamente inesplorati del bluegrass e della musica delle radici, mentre nella bellissima If I Were A Song immagina addirittura di essere una canzone che ciascuno può suonare a proprio piacimento, a seconda delle situazioni e degli stati d'animo. C'è poi ironia anche in That's Alright, con una simpatica variazione sul tema trito e ritrito della fuga dalla città, e nell'originalissima Oh Genevieve, che recupera ritmi e sonorità della musica popolare francese e si risolve nel puro non-sense di parole messe insieme solo per motivi di assonanza. Man Overboard riprende il tema dell'amore finito paragonandolo a una nave che va a sbattere contro gli scogli, Rhinestones è un delizioso interludio con una tipica strumentazione country, mentre Double Happiness è un altro uptempo che una volta ancora ironizza sulla "duplice felicità" di un amore finito. Il tutto si chiude con Inverse Midas Touch, che racconta in chiave country-rock la vita osservata da chi, a differenza di Re Mida, trasforma tutto ciò che tocca nell'esatto contrario dell'oro. Broken Record: il disco è rotto ma funziona benissimo. E non è un paradosso, ma semplicemente una logica conseguenza.
Mattia Mantovani
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