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Venerdì 23 Settembre 2011
Roberto Sanesi:
mostra a Monza
Da giovedì 22 settembre alla galleria civica di via Camperio, a Monza, una mostra dedicata al poeta milanese a dieci anni dalla scomparsa. Poesia visuale soprattutto, poi documenti, libri d'artista, cataloghi e molto altro. All'inaugurazione, reading e musica jazz.
I piedi a Milano e il cuore soprattutto al di là della Manica, Sanesi ha raccolto quanto c'era di più evidente in quei decenni del secolo scorso: capire che la parola, da sola, spesso non bastava più. O che era un sintagma ben più complesso di quanto non fosse disposta a mostrare. Di questo si parlerà con “I colori delle parole”, la mostra che l'Università popolare di Monza ha preparato per la galleria civica (via Camperio) sotto la cura di Alberto Crespi. È un “Omaggio a Roberto Sanesi”, a dieci anni dalla sua scomparsa, una selezione di opere di poesia visiva in cui il milanese ha misurato larga parte del suo sguardo telescopico. Di poesia visiva e non solo: in galleria una cinquantina di esercizi sulla scrittura visuale «in forma di pagine scritte e dipinte, a partire dagli anni '60 fino al 2000» oltre a documenti, «volumi a firma dell'autore e libri d'artista, cataloghi, manoscritti inediti, lettere e fotografie originali». E addirittura la sua voce, una vecchia registrazione in cui Sanesi legge che sarà diffusa in via Camperio, riportando la «qualità del suo respiro», scrive Crespi, ovvero quello del «più inglese dei milanesi: quel tono privo di ogni enfasi, quando non un po' dimesso», che «coglie però le sfumature dei lemmi e i silenzi nello scritto, restituendo una percezione avvolgente dell'assieme parola-spazio».
Costruita con il contributo delle gallerie Montrasio arte e di collezioni private, e soprattutto grazie alla moglie e al figlio dell'artista, Anita e Federico, la mostra è anche un nuovo capitolo nel lavoro di classificazione dell'opera di Sanesi, il solo che «può salvare la memoria di uno scrittore – osserva Crespi - e questo è ciò che per Sanesi si sta facendo, con la pervicacia e l'entusiasmo necessari a sondare un hardware pluristratificato in sei decenni di pensiero e d'attività, se è vero, come è vero, che i primi documenti significativi, quadernetti ordinatissimi d'appunti, risalgono ai quindici anni dell' autore ». Un momento fondamentale che oltre al patrocinio di Comune e Provincia ha trovato anche il sostegno della Regione Lombardia.
Centrale, comunque, la dimensione della poesia visuale, che potrebbe trovare una dichiarazione d'intenti sempre nel 1976, quando Roberto Sanesi scriveva «dire non dire, dissimulare dicendo, spostare/ il segno, il confine – per evitare (che cosa?);/ dev'essere infatti per ragioni pratiche che esiste,/ da qualche parte, una realtà prestabilita». «Nei fogli, la quintessenza del respiro - conclude Crespi -. La costruzione realizzata affastellando o dilatando la parola scritta, architettonicamente organizzata o, al contrario, emergente da vaste solitudini bianche con rade macchie d'aquerello, si impone là nel ritmo, qui in aritmie reintegrate da sottili nessi geometrici. Anche in questa accezione - che conferisce, con leggera o trasgressiva ironia, visibilità immediata ad una formidabile cultura - la scrittura di Sanesi riflette il puro piacere, rivestendosi di colore».
L'inaugurazione giovedì 22 settembre. Non un rituale qualsiasi ma un quasi happening (dalle 18) con l'intervento di studiosi e un breve concerto jazz di Federico Sanesi con Maurizio Pisati e Elena Casoli, oltre a un reading curato da PoesiaPresente. La mostra avrà altri due appuntamenti collaterali per approfondire il lavoro di Sanesi, entrambi nell'aula magna del liceo Zucchi (piazza Trento e Trieste): mercoledì12 ottobre (alle 15.30) conferenza di Giorgio Zanchetti, dell'università statale di Milano,seguito da un reading, quindi mercoledì19 ottobre (sempre alle 15.30) l'intervento di Carlo Sini, ancora una volta seguito da un reading poetico. La mostra in via Camperio sarà aperta fino al 19 ottobre,da martedì a venerdì dalle 16 alle 19, sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19.
Massimiliano Rossin
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