Russi, ma anche inglesi e tedeschi
Arrivano le prime disdette dei turisti

La stagione è appena iniziata e già fa i conti con la guerra in Ucraina

C’era da aspettarlo che i venti di guerra che da giorni soffiano sull’Ucraina portassero preoccupanti - anche se al momento contenuti - campanelli d’allarme per il turismo lariano.

L’aspetto che andrà monitorato - ben inquadrato da Alberto Cetti, proprietario con la famiglia Cetti dell’Albergo Lenno nonché presidente dell’Associazione Turistica Tremezzina - riguarda il fatto che le cancellazioni dei soggiorni in Tremezzina (lo schema dovrebbe essere analogo in altre parti del lago) non riguardano solo turisti russi e ucraini, ma anche di altri Paesi, per i quali al momento sembra farsi largo la linea della prudenza.

«Ragioniamo ancora su numeri fortunatamente ridotti, che riguardano per forza di cose in primis ospiti russi e ucraini. Una decina di giorni fa sono iniziate le prime disdette. Al momento siamo ancora in una fase di stallo, con il grosso delle prenotazioni, soprattutto per i mesi clou della stagione, che risulta confermato - sottolinea Alberto Cetti - Prenotazioni connesse in un buon numero di casi ad eventi. Vedremo quali scenari si delineeranno nelle prossime settimane».

Come detto, il tema delle disdette non riguarda solo ospiti russi e ucraini, fermo restando che soprattutto i primi hanno negli anni affinato il legame con Tremezzina, anche per quanto concerne gli eventi nelle ville, a cominciare da Villa Balbiano (che pure fa riferimento a una facoltosa famiglia moscovita) e Villa del Balbianello.

«Avevamo una prenotazione da parte di un gruppo di turisti inglesi, da due anni nostri ospiti con tanto di macchine d’epoca al seguito. Gruppo molto affiatato e che ha dimostrato sin da subito un grande feeling con il Lario - aggiunge Cetti - Ci hanno contattato, chiedendo in modo garbato di cancellare la prenotazione, visti gli scenari internazionali in essere».

«Anche dalla Germania ci è arrivata qualche telefonata chiedendo di rimanere qualche giorno in stand-by. Si tratta principalmente di gruppi di anziani. Sono segnali che, ripeto, andranno valutati nelle prossime settimane. C’è un po’ di preoccupazione, anche perché - senza voler riavvolgere il nastro dei ragionamenti legati alla pandemia - per tutto il nostro segmento sono stati due anni davvero difficili. Le premesse per una stagione “grandi numeri” ci sono tutte. È chiaro che il conflitto in Ucraina, in parte, rischia di rimescolare le carte» osserva l’albergatore».

(Marco Palumbo)

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