Sacrifici privati
e pubblici premi

Prima il centrodestra, ora il centrosinistra. A Como, ma non solo a Como, cambia il colore delle amministrazioni locali ma, in sostanza, le cose vanno più o meno sempre allo stesso modo.

Certo, ci sono le eccezioni ma il più delle volte prevale il valore della continuità amministrativa che ha nella figura del dirigente comunale il proprio sacerdote. Ingenuo chi pensa che, con il proprio voto, possa riuscire a determinare amministratori di una certa parte politica e di conseguenza una particolare visione della città, una certa strategia di governo.

In Comune gli eletti – soprattutto i consiglieri comunali – non contano praticamente nulla.

Tutto è deciso dai dirigenti che fanno e disfano, spesso approfittando di assessori incompetenti o poco esperti, a loro piacimento.

Il tutto accade da circa venticinque anni - l’entrata in vigore della legge Bassanini che ha separato funzioni gestionali e di indirizzo risale al 1990 - ma capita talvolta che si verifichino veri e propri cortocircuiti.

Certo, non di rado, i dirigenti ci hanno letteralmente salvato dai politici il cui profilo e spessore è andato negli anni declinando. Se, ad esempio nel campo della viabilità, l’apparato avesse assecondato trovate e colpi di testa dei consiglieri comunali – mi riferisco agli ultimi vent’anni – oggi Como sarebbe certo in una situazione ben peggiore.

Ma ci sono anche gli eccessi all’opposto. È il caso del conflitto esploso pochi giorni fa a Palazzo Cernezzi tra la segreteria dell’ente e la determina firmata dal dirigente del settore mobilità, Pierantonio Lorini, che si è auto premiato con un bonus di 7.500 euro per la stesura del piano della sosta.

Ora, non è qui il caso di stabilire la legittimità del provvedimento e del resto, come accade sempre in Italia, ci sono sentenze a favore delle due tesi contrapposte.

Nella sostanza, però, suona oggettivamente strano, agli occhi del cittadino comune, che un premio di tale entità possa essere assegnato motu proprio per la predisposizione di un atto che rientra nelle competenze ordinarie dell’ufficio.

Nel privato, che rispetto alla pubblica amministrazione sembra un mondo a parte, certo ci sono scandali e sperpero di risorse ma di norma premi e riconoscimenti vengono riconosciuti ai dipendenti a fronte di obiettivi raggiunti. È questo il caso del piano della sosta, il documento alla base della riorganizzazione dei parcheggi e dell’ampliamento della Zona a traffico limitato? Lecito dubitarne.

Non solo, sempre nel privato è uso comune che quando le cose vanno male, il personale finisce per dover accettare di fare di più prendendo qualcosa in meno. Possibile che nell’ambito della pubblica amministrazione le cose non possano funzionare allo stesso modo? Il Comune di Como faticherà quest’anno a chiudere il bilancio, dispone di risorse talmente esigue da non poter garantire nemmeno una decente manutenzione delle strade eppure si permette il “lusso” di coccolare i propri dirigenti con laute prebende.

Forse è il momento di dire davvero “basta”, diversamente non si capisce come l’amministrazione, tra qualche mese, potrà spiegare ai comaschi l’ennesimo aumento delle tasse che sembra profilarsi all’orizzonte.

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