Si tratta della prima giornata europea per promuovere un utilizzo sicuro e responsabile dei nuovi media tra i più giovani che rischiano più di altri la dipendenza da internet. Secondo i dati diffusi in occasione della giornata per Internet sicuro, in Italia, il 57% dei minorenni ha un profilo sui social network, il 34% lo tiene pubblico, e circa la metà di questi indica il proprio numero di telefono o indirizzo. Molti bambini, di età inferiore a 14 anni, entrano in Facebook o Twitter falsificando la data di nascita, senza nessun controllo. Sono sempre più giovani i minori che cominciano a utilizzare internet, non soltanto con il computer, ma anche dalle console di giochi e dai telefoni cellulari. In Europa più dell'82% degli adolescenti di età compresa tra i 15 e i 16 anni e il 26% dei bambini tra i 9 e 10 anni hanno un profilo su un social network.
“La dipendenza da internet –spiega Massimo Clerici, direttore della Psichiatria del San Gerardo- è una patologia ancora poco studiata in Italia. L'unico centro ospedaliero specializzato è a Roma al Policlinico Gemelli ed è nato nel 2009. Qui da noi a Monza, in tanti anni, ho visto solo 2 casi conclamati,ma sicuramente c'è un sommerso che non arriva ai nostri ambulatori. Molti genitori di fronte ad un adolescente che è costantemente connesso al computer si rivolgono al massimo ad uno psicologo quando sarebbe più opportuno rivolgersi ad un servizio psichiatrico. È più facile invece che nostri pazienti psichiatrici presentino anche una dipendenza da internet insieme ad altri tipi di dipendenze come ad alcol, droghe o gioco d'azzardo”.
L'Internet Addiction disorder (Iad) è un disturbo da discontrollo degli impulsi che è stato studiato la prima volta negli Stati uniti, nel 1995, da Ivan Goldberg che ha comparato questa patologia al gioco d'azzardo patologico. Quali sono i segnali di una dipendenza da internet? “Di solito si assiste ad un desiderio incoercibile di restare connesso- spiega Clerici- per cui la lontananza dal computer o da un telefonino crea fenomeni di astinenza. I soggetti dipendenti mostrano inoltre nervosismo, irritabilità, spesso soffrono anche di disturbi del sonno perché, pur di stare in rete, vanno a letto sempre più tardi e non riescono a prendere sonno perché non possono accettare l'idea di staccare gli occhi dallo schermo”.
Rosella Redaelli
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