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Venerdì 29 Luglio 2011
San Pellegrino, dopo trent'anni
si risvegliano le Grotte del Sogno
Dopo un sonno durato 30 anni, le «Grotte del Sogno» di San Pellegrino sabato 30 luglio si risvegliano: abbandonate a inizio degli Anni Ottanta, sono state rimesse in sicurezza, di nuovo illuminate e adattate per ospitare aspiranti speleologi.
Il sogno di Ermenegildo Zanchi, quindi, lo scopritore delle grotte, potrà continuare. Quando ancora il sottosuolo più che meraviglia incuteva timore, il «nonno degli abissi» – come veniva chiamato lo Zanchi, l'esploratore delle cavità naturali brembane – scese in quegli anfratti tra la Vetta e Aplecchio, sopra San Pellegrino, nonostante qualcuno, per paura, lo supplicò di non osare tanto. Era il 1931 e, l'anno dopo, lo spettacolo di stalattiti e stalagmiti divenne visitabile dal grande pubblico.
Ora la riapertura grazie a un intervento di 180 mila euro (90 mila euro da restituire in vent'anni), fondi europei messi a disposizione dalla Regione al Comune per il ripristino. Le grotte si trovano a circa 600-650 metri di altitudine, raggiungibili tramite un sentiero dalla località Vetta di San Pellegrino. Su progetto di Riccardo Sonzogni di Zogno è stato rimesso in sesto il percorso pedonale fino alla vecchia biglietteria. Da qui partono altri due percorsi: uno rettilineo e panoramico verso la valle della Borlezza, un altro più a valle verso l'ingresso delle grotte che prosegue poi fino ad Aplecchio, frazione di San Pellegrino.
Nonostante l'abbandono, nelle grotte erano ancora presenti tutte le strutture necessarie per i visitatori, quali scalette, parapetti e scoli d'acqua. In cinque mesi di lavoro si è provveduto a sistemare i sentieri, con barriere in legno e panchine sul percorso panoramico, a realizzare il selciato dove necessario e a recuperare il chiostro della biglietteria, dove troveranno posto anche tutte le attrezzature necessarie ai visitatori, dai caschetti alle pile.
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