Sant’Anna, attività ancora al 60%
Ma lentamente si torna alla normalità

A partire da marzo si punta a tornare ai livelli pre 202 - Un piano recupero per le prestazioni non erogate e per abbattere le liste d’attesa sempre più lunghe

Da marzo l’Asst Lariana punta a tornare ai livelli pre Covid.

La nostra sanità si appresta, per la quarta volta, ad approntare un piano di recupero per erogare di nuovo lo stesso numero di prestazioni, gli esami e le operazioni garantite fino al 2019. E’ necessario aumentare i volumi degli ambulatori e delle chirurgie per smaltire il ritardo accumulato negli ultimi due mesi anche per snellire le già lunghe liste d’attesa.

Bisogna pensare che a inizio anno, dopo l’Epifania, i chirurghi del Sant’Anna, pur sempre salvaguardando le urgenze, lavoravano a circa il 40% delle loro possibilità. Ancora adesso causa Covid il principale presidio ospedaliero provinciale è rallentato e opera a circa il 60% del potenziale, sempre rispetto al periodo precedente alla pandemia. Da marzo l’ex azienda ospedaliera punta ad un potenziamento delle attività immaginando che anche gli ultimi pazienti positivi vengano dimessi, così da tornare almeno ad un 90% delle prestazioni chirurgiche.

Già lo scorso autunno l’Asst Lariana ha compiuto uno sforzo per recuperare il terreno perduto salvo incappare in una nuova battuta d’arresto. Le ripercussioni del parziale blocco dovuto alla lotta al virus sono scontate avendo meno sedute operatorie a disposizione. Diversi pazienti non gravi sono stati contattati per riprogrammare le sedute. Ernie, calcoli della colecisti, piccole resezioni del colon, hanno dovuto spesso attendere. Resta la corsia preferenziale per i pazienti oncologici o per gli eventi acuti quindi traumi, infarti, eccetera. Ora il Sant’Anna prepara una reazione.

Succede anche per le attività ambulatoriali, è prevista una riorganizzazione dei percorsi per tornare a regime dal prossimo mese. Le agende, contingentate tra dicembre e gennaio, stanno tornando operative. In particolare quelle delle specialità più in difficoltà su tutto il territorio regionale, come la cardiologia o la nefrologia.

Del resto la terapia intensiva del Sant’Anna è quasi interamente pulita, in quest’ultima ondata ha ospitato un massimo di 12 pazienti Covid ed ora ne ha due. La rianimazione al completo sottrae all’ospedale tante energie, per infermieri e specialisti i turni diventano serrati. Nei reparti ordinari restano un’ottantina di pazienti infetti, non pochi, ma certo meno rispetto ai 180 di inizio anno. I nuovi accessi Covid sono sempre meno e rimangono in corsia in particolare lungo degenti anziani con problemi di dimissioni.

La lenta uscita dalla quarta ondata è già quasi del tutto avvenuta al Valduce, che pure cura ancora una dozzina di pazienti positivi, il presidio di via Dante Alighieri però è stato meno impegnato in quest’ultima fase nella lotta al Covid. Villa Aprica invece ha appena chiuso il reparto Covid che aveva allestito lo scorso mese, trattando fino ad un massimo di 25 pazienti infetti.

Insomma la sanità lariana, con al centro il Sant’Anna, sta cercando nuovamente di uscire dalle secche della pandemia. Ne hanno bisogno i cittadini che da mesi si lamentano perché non riescono a trovare posto per prenotare visite ed esami o per fissare operazioni non urgenti, tutti bisogni di cura che comunque necessitano di una risposta. Purtroppo le liste d’attesa si sono allungate e i tempi massimi prescritti dalle ricette vengono molte volte disattesi.

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