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Martedì 21 Aprile 2009
Sarà un maestro davvero "unico"
In senso letterale, visto che una sola classe in tutta la provincia di Como farà, da settembre, 24 ore settimanali
Un maestro davvero unico. In senso letterale, visto che una sola classe in tutta la provincia di Como farà, da settembre, 24 ore settimanali. E anche quello del tutto unico non sarà, dal momento che il contratto di lavoro degli insegnanti della scuola primaria comprende 22 ore di lezione e 2 di programmazione. Quindi, nei 120 minuti il cui il maestro (quasi) unico sarà impegnato a preparare le lezioni, dovrà essere sostituito in cattedra da un collega. Probabilmente due: lo specialista di religione e quello di inglese.
Dopo mesi di polemiche sul ritorno al passato, ai maestri da «Libro Cuore», la Gelmini aveva infine lasciato la possibilità alle famiglie di scegliere, all’atto dell’iscrizione al primo anno della primaria (fu elementare), tra 24, 27, 30 o 40 ore settimanali. Dalle richieste di organico avanzate dalle scuole, analizzate ieri in un incontro tra i dirigenti dell’Ufficio scolastico provinciale e i sindacati, risulta che su 1.351 classi, una sola (del 1° circolo didattico di Mariano comense) ha optato per il modello ridotto. Di gran lunga prevalente è il tempo prolungato (30 ore, adottate in 1.028 classi), seguito dalle 27 ore (186 classi), mentre il tempo pieno (40 ore) è stato chiesto da 86 classi. Sulle scelte delle famiglie ha influito anche il parere dei dirigenti scolastici: i più hanno scoraggiato l’opzione delle 24 ore, che comporta un sacrificio di tre dedicate a materie curricolari, mentre quella di Mariano Comense ha sottolineato l’importanza di far passare ai bambini più tempo in famiglia evitando di utilizzare la scuola come parcheggio. «Una tesi non disprezzabile», osserva la vice dirigente dell’Usp Rossella Siporso, che pure ha sostenuto un progetto opposto per estensione oraria, quello della scuola della creatività di via Perti, strutturata su 40 ore settimanali. «L’importante - sottolinea Siporso - è che siano garantiti modelli diversi tra i quali le famiglie possano scegliere. E, soprattutto, è importante quello che ha detto l’altra sera Rita Levi Montalcini in un’intervista televisiva: gli insegnanti devono cambiare il modo di insegnare, perché sono cambiati i bisogni degli alunni, abituati fin da piccoli alla comunicazione mediatico-elettronica».
Ieri i segretari provinciali dei tre sindacati della scuola - Giuseppe Granata (Cgil), Adria Bartolich (Cisl) e Angelo Cassani (Snals) - si sono incontrati con la Siporso e con il suo dirigente, Claudio Merletti, non tanto per parlare dei numeri degli alunni, quanto piuttosto per venire a capo di quelli dei docenti. Quest’anno sono 2.152, da settembre diventeranno 2.023, con un taglio di 129 posti. «L’organico assegnato non è sufficiente per soddisfare tutte le esigenze delle scuole - afferma Cassani -. Nel suddividere i posti a livello regionale è stata considerata una media di 31 ore per classe. Ma in questo modo molti istituti con il tempo prolungato di 30 ore avranno difficoltà a garantire la sorveglianza a mensa». Sorveglianza che peraltro, sottolinea Bartolich, «dal prossimo anno non potrà più essere affidata agli educatori comunali».
Tra i parametri individuati nella riunione sindacale di ieri per redistribuire tra le scuole 150 posti aggiuntivi, oltre alla copertura del tempo mensa (4.198 ore complessive), vengono considerati la presenza di portatori di handicap, alla localizzazione in zone di montagna e l’elevata presenza di alunni stranieri. Quest’ultima è ancora una volta in crescita: sono 2.840, pari all’11,37%. «Ma in alcune scuole hanno raggiunto il 50%», rimarca Bartolich. Che invoca il supporto dei rappresentanti politici territoriali per far valere di più Como: «Paghiamo più di tutti in Lombardia con un taglio del 5,99% delle cattedre sulle primarie. Varese, seconda, è al 2,86%, Milano all’1,95 e Bergamo allo 0,99». Il tempo stringe: venerdì dovrebbero essere ufficializzati gli organici del 2009-2010.
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