Ilaria Mascetti
Il punto dolente è proprio questo: il bene di tutti. Il bene della nazione. Il bene di un Paese al quale appartiene l'intera comunità. Non è un bene riconosciuto dall'universalità delle forze politiche. Se lo fosse, sulle questioni in cui si gioca il futuro dell'Italia non ci dovrebbe essere distinzione di steccato tra i rappresentanti degl'italiani. Invece c'è. Tristemente c'è. Purtroppo questo è il risultato della distruzione dell'identità patriottica. Proprio così: patriottica. Si sono passati decenni a trascurarla (nel migliore dei casi) o a disprezzarla (nel peggiore). Venuta meno la spinta popolare a rivendicarne il valore e l'importanza, figuriamoci se la classe politica s'è autoinvestita del ruolo di custode e di celebrante di quest'identità. Ha avvertito di farlo, una parte della classe politica, solo quando le è sembrato conveniente per mettere a segno qualche punto nei confronti dell'altra parte, quella che dell'Italia farebbe volentieri a meno. Essendo tali le condizioni in cui ci troviamo, non era (non è) pensabile un'unità di giudizio e d'azione di fronte a qualsivoglia emergenza. Neppure a un'emergenza epocale come l'esodo di massa dal continente africano. Lei dirà che un simile pessimismo non serve che a moltiplicare se stesso: è vero, ma chi desse manifestazione del contrario, oggi rischierebbe d'essere portato via dalla Croce rossa. L'emergenza è anche questa: l'assoluta sfiducia che ci ha presi verso l'ottimismo. Qualcosa di così radicato, in questi tempi, da insinuare il dubbio che augurandole, cara amica, la buona domenica, si dia prova d'improntitudine invece che di cortesia.
Max Lodi
© RIPRODUZIONE RISERVATA