Scandalo lampioni a Como, ci risiamo: ora è al buio piazza Duomo

Davanti alla Cattedrale spente sei lampade su otto. Niente luce in via Perti, proprio di fianco al Comune. E sulla strada per Brunate aspettano un palo da quattro anni

Como

Alzi la mano chi si era illuso. Pochi, probabilmente. E in effetti i pessimisti hanno avuto ragione anche questa volta: il problema dell’illuminazione pubblica che funziona a singhiozzo non è affatto risolto.

Torniamo quindi ad accendere i riflettori - perdonerete il gioco di parole - sull’annosa questione. In particolare, le segnalazioni arrivate nelle ultime ore riguardano due zone simbolo, per motivi diversi

La prima è piazza Duomo, cuore della città. Proprio lì, in un luogo frequentato da migliaia di persone - comaschi e turisti - tutti i giorni, si è spenta la luce. La foto che pubblichiamo a destra parla da sola: le lampade sul palo al centro della piazza non funzionano, salvo una. E l’altro lampione della piazza è nelle stesse condizioni.

In totale risultano spente sei lampade su otto, quasi un record.

La seconda segnalazione riguarda ancora il centro storico. E non dobbiamo spostarci di molto, basta percorrere via Vittorio Emanuele e svoltare a sinistra in via Perti. Ecco anche qui una zona preda dell’oscurità. Colpa di due lampioni spenti. E via Perti è un simbolo perché proprio lì, basta girare l’angolo, c’è l’ingresso di Palazzo Cernezzi.

Non resta che auspicare, ancora una volta, un intervento del Comune e di Enel Sole in tempi rapidi.

Nelle scorse settimane La Provincia aveva portato avanti una campagna per denunciare il grave problema dell’illuminazione pubblica mal funzionante, una situazione che crea pericoli sia lungo le strade più trafficate (si rischiano incidenti) che in centro storico (leggi sicurezza). Ieri i due nuovi casi, eclatanti.

Ce n’è poi un terzo, molto particolare. I residenti di Salita San Donato, strada che si inerpica verso Brunate, un anno e mezzo fa avevano protocollato in Comune una petizione per chiedere di ripristinare un lampione rimosso addirittura nel 2013 in quanto pericolante (era ancora su un sostegno in legno, ormai marcio).

«Da allora - raccontano i residenti - torniamo a casa con la torcia. Tempo fa Enel Sole si fece viva e si scusò spiegando di non poter risolvere il problema dai noi segnalato attraverso il call center perché aspettava dal Comune l’approvazione del preventivo, presentato tempestivamente, per ripristinare il palo».

«Mise anche tutto per iscritto - proseguono - in modo che potessimo girarlo al Comune assieme alla nostra sollecitazione corredata dalle firme. Finora però non è servito a nulla».

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