Tesi lasciate all’acqua da gettare al macero. Ieri, fuori dai cancelli dell’università dell’Insubria, nella sede di Sant’Abbondio, c’erano tre cartoni di tesi di laurea rilegate, pronte per essere buttate insieme al resto dell’immondizia.
Nei cartoni c’erano circa sessanta lavori dalle copertine rosse e blu. Leggendo le intestazioni si tratta di tesi di laurea di studenti soprattutto dell’università Statale di Milano, ma ci sono anche tomi che provengono dell’ateneo di Parma.
Quasi tutte queste tesi studiano argomenti inerenti scienze politiche o scienze giuridiche. Gli anni accademici risalgono anche alla fine degli anni Ottanta, inizio Novanta. Avvisato il rettore vicario dell’Insubria Giuseppe Colangelo è andato subito a controllare. Secondo il suo parere non c’è da allarmarsi, così spiega: «Capisco possa colpire la mancanza di stile, ma dopo alcuni anni i docenti sono liberi di smaltire le copie delle tesi discusse, non è obbligatorio conservarle».
Federico Gilardoni, rappresentante degli studenti, così commenta: «Io personalmente mi sento indignato, la tesi è l’ultimo elaborato di una carriera sofferta, la stessa università ci insegna di farne tesoro».
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