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Giovedì 26 Febbraio 2009
Scioperi, l'altolà di Epifani:
"Attenti al diritto costituzionale"
Mentre la nuova disciplina sugli scioperi nel settore dei trasporti dovrebbe andare in consiglio dei ministri, arrivà l'avvertimento della Cgil a non intaccare il diritto costituzionale. Punti chiave della riforma, la rappresentatività, il referendum preventivo, l'adesione individuale, lo sciopero virtuale
Il Ddl delega va all'esame del consiglio dei ministri. Per il momento, le nuove regole riguarderanno solo il settore dei trasporti. La Cgil però avverte l'esecutivo, invitandolo a procedere con molta attenzione, perchè se l'intento è quello di limitare un diritto sancito dalla Costituzione ci sarà la sua ferma opposizione.
Un monito che prefigura uno nuovo scontro tra il sindacato guidato da Guglielmo Epifani e Sacconi, che non pare affatto intenzionato ad accettare il veto della Cgil.
I tecnici del dicastero di via Veneto stanno limando gli ultimi dettagli del testo di legge che Sacconi ha già illustrato alle parti sociali il 5 febbraio e inviato agli uffici legislativi degli altri ministeri nei giorni scorsi. La riforma punta a conciliare il diritto degli utenti alla mobilità con quello dei lavoratori a scioperare.
La soglia del 50%
Tra le regole nuove spicca l'introduzione di una soglia del 50% di rappresentatività per poter proclamare uno sciopero. L'ultima bozza prevede anche la comunicazione anticipata dell'adesione individuale allo sciopero e l'effettività delle sanzioni per chi viola le regole, da affidare all'Agenzia delle entrate.
La protesta virtuale
Tra le novità spunta lo sciopero virtuale, che in qualche servizio pubblico specifico potrà essere obbligatorio, in modo tale da produrre sanzioni anche alle controparte dei lavoratori. Nei decreti delegati ci sarà poi spazio per avvisi comuni. Altro cambiamento riguarderà la commissione di garanzia sugli scioperi che si trasformerà in una commissione per le relazioni di lavoro, mantenendo però la sua indipendenza.
"Vedremo cosa il governo deciderà effettivamente - ha detto Epifani - stia molto attento perchè in materia di libertà, di diritto allo sciopero che è una libertà delle persone costituzionalmente garantita, bisogna procedere con grande attenzione. Se il governo intende ridurre una libertà fondamentale, la Cgil si opporrà ora e dopo".
Il leader della Cgil ha aggiunto che "su materie come questa, se il governo decide, nella sua bontà, di discutere anche con le organizzazioni sindacali, noi siamo pronti. Se c'è da aggiustare qualcosa, lo si può vedere. Ma se si vogliono introdurre forzature che limitano poteri e prerogative è un'altra questione".
Secondo Epifani ci sono punti di criticità nell'ipotesi tracciata dal ministro Sacconi che vanno affrontati, anche con un tavolo di confronto. "A mio modo di vedere - ha sottolineato - non si può decidere uno sciopero con il 51%, mentre il 49% non può mai scioperare". E sull'introduzione dello sciopero virtuale, ha aggiunto che "può essere aggiuntivo e mai sostitutivo".
No della Cgil anche all'adesione preventiva da parte del lavoratore. "Può essere un modo per rendere inutile uno sciopero - ha concluso Epifani - uno sciopero fatto bene aiuta a regolare il conflitto meglio di altre forme improprie". Pronta la replica del responsabile del Welfare. "E' assurdo parlare di forzature - ha dichiarato Sacconi - perché la cautela è stata doverosamente proporzionata alla delicatezza della materia. Ribadisco ancora una volta che non si accettano veti e si ricerca il massimo consenso possibile perché l'obiettivo è comunque quello di fare, nell'interesse dei lavoratori, dei cittadini, della credibilità e dell'attrattività dell'intero sistema Paese". Sacconi ha poi polemizzato con Epifani, ricordandogli che "il governo ha proceduto a definire un cauto percorso di consultazione con le parti sociali" e che il Cdm del 17 ottobre scorso "ha approvato le prime linee guida in materia, cui è seguita una consultazione delle parti sociali con la presenza di tutti i segretari generali, tranne, bontà sua, Epifani, peraltro ben rappresentato dal segretario confederale Solari".
"Regolamentare"
A invocare una regolamentazione del diritto di sciopero è anche il garante Antonio Martone. Nella relazione al Parlamento sull'attività svolta dalla commissione di garanzia negli ultimi due anni si evidenzia un "alto livello di conflittualità". Nel biennio 2007-2008, ha riferito Martone, sono pervenute in commissione oltre 4mila proclamazioni di sciopero e allo sciopero generale si è fatto ricorso in misura come mai avvenuto in precedenza".
Per arginare la conflittualità, Martone propone referendum preventivo e sciopero virtuale per chi proclama uno sciopero senza avere una certa rappresentatività. Tema su cui è intervenuto anche il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, secondo cui non è giusto che "una minoranza tenga in ostaggio una maggioranza".
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