Scontro in tv con Azouz
La Santanché: torna in Tunisia

Duro faccia a faccia in tv fra il tunisino Azouz e la deputata Santanché. L'attacco dell'onorevole è stato diretto per richiedere che il tunisino venga rimpatriato in seguito alla sua condanna per spaccio di droga. la replica di Azouz: voglio restare in Italia per ricominciare una nuova vita

s.casiraghi

«Azouz deve andare via dall’Italia. Ha patteggiato una pena per spaccio di droga che prevedeva come pena accessoria l’espulsione: è un pessimo esempio per i nostri figli ed è una vergogna che sia ancora qui, per giunta in televisione». Bordate pesantissime quelle lanciate ieri in televisione dell’onorevole Daniela Santanchè nel corso della trasmissione "Pomeriggio Cinque" condotta da Barbara D’Urso in cui era presente lo stesso giovane tunisino e il cui titolo, a questo punto quasi ironico, era "Pietà per Azouz?". Il vedovo di Erba ha tentato di difendersi, suo "avvocato" in studio l’ex direttore di Liberazione, il giornalista Piero Sansonetti, ma il fuoco di fila a cui è stato sottoposto dall’onorevole Santanchè non gli ha lasciato molto scampo. Unica accusa a cui Azouz ha opposto resistenza è stata a quella di aver sfruttato la sua immagine per vendere una linea di occhiali in società con un imprenditore marchigiano dalla dubbia fama: «Non è vero perché non mi metterei mai in società con chi ha sponsorizzato un assassino - ha dichiarato - Quello che dice quel signore, cioè che avrei firmato una liberatoria per lanciare una linea di occhiali con il mio nome, è una falsità». Per il resto, però, gli affondi di Daniela Santanchè nei confronti del giovane tunisino, che nella strage di Erba ha perso la moglie Raffaella e il figlio Youssef di due anni, sono stati pesantissimi: «Lei spacciava droga prima della strage e lo ha continuato a fare anche dopo: per questo era stato arrestato due volte e due volte ha patteggiato. Un venditore di morte rappresenta un pessimo esempio per i nostri figli. Nel patteggiamento era prevista anche l’espulsione ma lei ha voluto ancora fare il furbo, appellandosi in Cassazione e facendo sospendere il provvedimento. La verità è che non dovrebbe essere qui adesso ma, come previsto dalla sentenza di patteggiamento, a casa sua in Tunisia». Toni durissimi, affondi che Azouz, seduto in studio, ha subìto in modo evidente. Il giovane tunisino ha tentato di parare le accuse dicendo: «Ho dovuto patteggiare per non stare in carcere. Questa è la verità. Se uno legge le carte del processo per droga potrà vedere che nessuna delle dieci persone intercettate telefonicamente dice che io gli abbia venduto droga». Azouz Marzouk, suo fratello Fahmi e diversi loro cugini erano stati arrestati l’1 dicembre del 2007 nell’ambito di un’operazione antidroga della Guardia di Finanza di Erba, condotta dal pm Massimo Astori, lo stesso sostituto procuratore che ha sostenuto l’accusa del processo per la strage di Erba. Azouz è stato l’unico che ha patteggiato solo 13 mesi e l’espulsione mentre gli altri imputati (tranne la cognata) dovranno scontare diversi anni di carcere. La trasmissione di Canale 5, prima di passare allo speciale Grande Fratello con tanto di febbrile attesa in studio per la visione del primo topless, si è conclusa con trenta secondi di appello concessi ad Azouz: «Ho sbagliato in passato, questo è vero, ma ho pagato il mio conto con la giustizia. Vorrei rimanere in Italia per dimostrare chi è il vero Azouz, vorrei ricominciare una nuova vita e spero di farlo qui. Credo di meritare un’altra possibilità».
Guglielmo De Vita

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Giovedì 22 Gennaio 2009

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