i drastici tagli al ministero dei beni culturali (che ha indotto il serafico Bondi - ahimè senza rimpianti - alle dimissioni) come pure quelli alla scuola pubblica e alla giustizia, unitamente alla "pseudoriforma" di quest'ultima, manifestano quali siano le intenzioni e le scelte dell'attuale governo: quelle di ridurre vieppiù il livello di istruzione e di libertà del popolo italiano.
È questa la strategia di ogni governo oscurantista, che cerca di mantenere nell'ignoranza la "plebe" (perché tale considera i normali cittadini) in modo da renderla sempre più facilmente succube e manovrabile, e di asservirla al proprio potere (gratificandola per compenso con ludi et circenses).
A questo governo non importa se alcune delle forze migliori del Paese (insegnanti, studiosi, ricercatori, artisti, musicisti, operatori dello spettacolo, ecc.) vengono frustrate, inutilizzate e messe da parte, se gran parte dei giovani (soprattutto non raccomandati) che dovrebbero costituire il migliore investimento per il futuro della Nazione restano in gran parte fuori dal circuito lavorativo e produttivo e senza alcuna prospettiva per il loro domani, se uno degli aspetti migliori di cui l'Italia va fiera, quello del patrimonio artistico-culturale (che potrebbe se valorizzato costituire anche una grande risorsa economica sotto il profilo turistico) sta andando alla malora, e se viene mortificata e svilita la magistratura, la cui indipendenza sta a garanzia dello "Stato di diritto" e in ultima analisi della democrazia.
Tutto ciò non avviene per caso ma fa parte di un preciso e cinico disegno politico atto ad emarginare coloro che hanno ancora un po' di raziocinio e non si lasciano "omologare", e a sottomettere il popolo inducendolo ad accettare passivamente qualsiasi loro decisione "liberticida".
Così muore la democrazia, e la Nazione si avvia, anzi si è già avviata, verso un progressivo inevitabile declino.
Ma questo a loro non importa, importano solo il potere, i loro affari e il fiume di denaro che grazie ad essi entra nelle loro tasche.
Giovanni Dotti
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