Monza - Cellulare e mal di testa. Non uno la causa dell'altro, bensì l'uno la cura dell'altro. Almeno stando ai nuovi progetti di Fabio Antonaci, neurologo e presidente della European Headache Federation nonché responsabile del Centro medicina delle Cefalee del Policlinico di Monza. E' stato proprio Antonaci a illustrare il suo progetto ai colleghi di tutto il mondo riuniti da martedì a Madrid nel meeting internazionale delle cefalee. Un progetto che, in sintesi, consiste in un nuovo software che saprà monitorare la cefalea attraverso l'uso di un cellulare. ''Si scarica l'applicativo sul computer - spiega Antonaci - e si attiva il collegamento ad un server di un centro specialistico per le emicranie. A questo server hanno accesso il paziente e il medico che lo segue così da avere un controllo a distanza. Il cellulare avvertirà in caso di eccesso di analgesici facendo scattare l'allarme. Il programma potrà essere scaricato con pochi euro da Internet perché l'obiettivo è quello di renderlo il più possibile accessibile a tutti”. Nel corso del meeting di Madrid è stato anche presentato il progetto Europeo sulle Cefalee: “Il mal di testa –ha dichiarato Antonaci- è la diciannovesima causa di disabilità nel mondo in ordine di grandezza. Colpisce infatti 50 milioni di europei e ogni giorno circa 2 milioni di europei hanno attacchi di emicrania”. Il rapporto dell' Organizzazione Mondiale della Sanita' inserisce l'emicrania nella massima categoria di disabilità, classificandola disabilitante quanto la psicosi attiva, la demenza e la quadriplegia. Sempre l'Oms ha stimato che sono le donne compresa tra i 15 e i 44 anni a soffrirne maggiormente, vivendo in uno stato di disabilità per il 2,1% della loro vita: “Per l'economia Europea –ha aggiunto lo specialista- chi soffre di emicrania rappresenta un costo sociale piuttosto alto corrispondente a circa 10 miliardi di euro l'anno. In Italia si stimano otto milioni di pazienti, e il ''costo'' di un paziente soggetto a cefalee e' valutato in circa 500-600 euro l'anno”. Secondo Antonaci è necessario che in Italia si parli di più del problema delle cefalee, al fine di rendere minore la disabilità e gestire meglio le difficoltà di chi ne soffre: “A livello europeo – ha concluso il neurologo del Policlinico- abbiamo già condotto alcuni questionari per capire quali problemi si incontrano quando un paziente si rivolge a un centro cefalee, quali trattamenti siano quelli più appropriati, quanto tempo s'impiega prima che venga trovata la terapia più giusta per il paziente. Ora si tratta di rielaborarli e di mettere a punto tecniche nuove ed efficaci''. Come il software per il cellulare. E.L.