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Sabato 28 Marzo 2009
Sede da terzo mondo: Economia vuole traslocare
Da un lato il chiostro di Sant’Abbondio, ristrutturato di recente, dotato di ogni comfort, in un contesto incantevole. Dall’altro l’edificio al civico 5 di viale Cavallotti, vecchio, fatiscente e disordinato. Un contrasto che più netto non potrebbe essere. Eppure sono due lati della stessa medaglia, due sedi della stessa università, l’Insubria
COMO - Da un lato il chiostro di Sant’Abbondio, ristrutturato di recente, dotato di ogni comfort, in un contesto incantevole. Dall’altro l’edificio al civico 5 di viale Cavallotti, vecchio, fatiscente e disordinato. Un contrasto che più netto non potrebbe essere. Eppure sono due lati della stessa medaglia, due sedi della stessa università, l’Insubria. Gli studenti di Giurisprudenza a Sant’Abbondio, quelli di Economia in via Cavallotti. Una situazione che si protrae da tempo e che comincia a innervosire i ragazzi. «Siamo discriminati», dicono. E anche tra i docenti della facoltà serpeggia il malumore. Scienze? È in via Valleggio, «l’incompiuta». E poi ci sono altre quindici sedi sparpagliate per la città. Ma questa è un’altra storia.
Il busto di Felice Cavallotti dà il benvenuto agli alunni e ai docenti di Economia: indice puntato e sguardo severo. Il giardino è a dir poco trascurato e i ponteggi che ricoprono la facciata non aiutano. Il 23 gennaio scorso, d’altra parte, l’edificio è stato chiuso in tutta fretta per rischio crolli nell’aula Casartelli, dovuti a una trave pericolante. Un episodio che, già di per sé, testimonia la situazione precaria del fabbricato. I lavori sono in corso, la struttura è agibile, ma basta fare due passi all’interno per rendersi conto dello stato in cui versa. Infissi deteriorati, cinghie delle tapparelle volanti, persino un grosso buco nel muro. Ma la peculiarità della sede si scopre solo alzando lo sguardo: niente soffitti, gli intonaci da tempo sono coperti con “curiosi” teloni di sicurezza. «Suggestivi», ironizzano gli studenti. Eppure di ristrutturazione non si parla. O meglio, se ne parla da anni ma nulla finora è stato concretizzato. Un anno fa, per esempio, l’allora preside di Economia Rossella Locatelli ipotizzava un intervento risolutivo, rimasto poi sulla carta. E persino il responsabile dell’Edilizia, Renato Sorrentini, recentemente ha commentato: «Servirebbe una ristrutturazione, per ora non ci sono stanziamenti ad hoc ma faremo le valutazioni del caso. Gli intonaci? Andrebbero rifatti». La sede è di proprietà del Comune, ma in concessione all’Insubria, che si è accollata la manutenzione ordinaria e straordinaria. Il paragone con Sant’Abbondio, tirato a lucido e dotato di arredi e attrezzature di prima qualità, è impietoso. Si capisce, così, il motivo per cui all’Insubria, negli ultimi tempi, sulla bocca di tutti ci sia una domanda: «Perché riservare Sant’Abbondio a Giurisprudenza e lasciare Economia nel “ghetto” di viale Cavallotti?». La facoltà economica, sbarcata a Como tre anni fa, ha toccato quota 350 studenti. «Eppure non abbiamo nemmeno un laboratorio per le lingue».
Nessuno chiede la Luna, par di capire. Soltanto una sistemazione più dignitosa. Magari a Sant’Abbondio. Ma c’è chi si accontenterebbe di fare lezione nella sede di via Oriani, a pochi passi. E andrebbe bene persino la vituperata via Valleggio, o il Setificio. Basterebbe un segnale di attenzione, insomma. Per una facoltà che cresce e pensa di meritare qualcosa di più e di diverso. In occasione dell’open day, ieri, tanto studenti delle scuole superiori hanno chiesto lumi sulla sede delle lezioni di Economia: «In viale Cavallotti», è stata la risposta. Nessuno ha osato mostrare una sola immagine dell’edificio. Nemmeno sulla guida all’offerta formativa ce n’è una. Difficile pensare a una dimenticanza.
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