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Sette anni fa la strage di Erba
«Basta infangare la mia famiglia»
Lo sfogo di Carlo Castagna: «Non capisco perché Azouz abbia cambiato idea». I responsabili, Olindo Romano e Rosa Bazzi, stanno scontando l’ergastolo
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C’è una famiglia in città che da sette anni porta la croce di un dolore immenso, quello per la morte violenta di un bambino, Youssef, della sua mamma, Raffaella Castagna e della sua nonna, Paola Galli.
I responsabili di quella che è nota come la “strage di Erba” (nella quale è stata uccisa anche Valeria Cherubini) sono stati condannati in via definitiva all’ergastolo. Eppure - forse a causa del clamore mediatico che questa brutta storia ha avuto e continua ad avere - la verità accertata al termine di tre gradi di processo viene continuamente rimessa in discussione.
Carlo Castagna è l’uomo che ha perso la moglie, la figlia e il nipote, e che porta dentro di sé quindi tutto il dolore di quella strage. Un uomo forte e di fede: in coerenza con il suo credo cristiano ha perdonato i due carnefici, i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi. Un gesto che, se da un lato gli ha restituito la pace interiore, dall’altro però sembra incredibilmente non bastare per mettere una pietra sopra al passato. Perché a sette anni di distanza Castagna deve sopportare attacchi diretti alla sua famiglia, da parte di chi, forse sfruttando la leva mediatica, vorrebbe riaprire il processo e lancia accuse contro suo figlio Pietro.
Sorprende che a sposare questa linea sia adesso Azouz Marzouk, il padre del piccolo Youssef, il marito di Raffaella. Come è possibile?
«Non lo so e non capisco il perché - dice Castagna - visto che i fatti sono stati provati, e non sono andati come vorrebbe far credere adesso Azouz tutte le volte che compare davanti ad una telecamera. Il problema è che lui e gli avvocati dei due coniugi Romano stanno facendo di tutto per tirarci dentro. Vogliono andare alla Corte europea di Strasburgo, lo facciano, io e la mia famiglia non abbiamo nulla da temere, vedremo come andrà a finire. Non ho elementi per dare alcun giudizio, ma dico solo che si sta gettando fango su mio figlio Pietro e questo mi rattrista. Sarebbe ora di finirla».
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