Secondo numerose statistiche il fenomeno del furto delle biciclette è in costante aumento tra i reati contro il patrimonio: si discute di una media giornaliera di circa 2,7 in ogni città. La questione più eclatante è che nella gran parte dei casi, tali furti non vengano denunciati per svariate ragioni, e tra le principali, va segnalata l'impossibilità per il cittadino di offrire validi elementi di identificazione della bicicletta. Peraltro, le denunce rese innanzi alle autorità di Pubblica Sicurezza pur così numerose, descrivono solo una parte del fenomeno che per percezione comune, è molto più diffuso perché in gran parte sommerso. Ogni giorno tanti cittadini che hanno scelto questi veicoli come mezzi di locomozione, patiscono questo danno, che ne dissuade tanti altri che potrebbero utilizzarli per i loro spostamenti quotidiani. Data la facilità con la quale i velocipedi vengono rimessi in commercio, anche per la costante diffusione della vendita on-line di beni anche usati, si rende sempre più necessaria la creazione di un'Anagrafe nazionale delle biciclette sul modello dei Pubblici Registri Automobilistici. La punzonatura sul telaio di un apposito codice alfanumerico e la registrazione in una banca dati nazionale, potrebbe costituire un primo semplice deterrente per porre un argine al fenomeno.
Giovanni D'Agata
Nel film "Ladri di biciclette", capolavoro di Vittorio De Sica uscito nel '48, lo sfortunato Antonio - al quale hanno rubato il veicolo indispensabile per andare al lavoro e procuratogli dalla madre impegnando le lenzuola al Monte di pietà - si rivolge disperato perfino a una santona nel tentativo di ritrovarlo. Ma anche la santona fallisce e non ci sarà nulla da fare. La sottrazione della bicicletta simboleggia il venir meno del senso d'umanità prima che la rinunzia al rispetto delle leggi e l'ineluttabilità delle più odiose soperchierie. Da allora a oggi non è cambiato nulla. Il neorealismo di quel cinema d'autore è il neocannibalismo delle scene d'ordinaria barbarie etica e sociale cui quotidianamente assistiamo. E che purtroppo, caro amico, non basta una proposta come la sua -peraltro d'indiscutibile ragionevolezza - a eliminare o almeno a limitare. Ci vorrebbero meno chiacchiere e più fatti contro il microcrimine, meno senso dell'egoismo e più senso civico nel dna degl'iscritti all'anagrafe nazionale. Fin che tutto questo mancherà, continueranno a mancarci - assieme a molto d'altro - numerose biciclette. E senza che neppure un De Sica ne romanzi la scomparsa con indimenticabili immagini d'autore.
Max Lodi
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