«Sono un cattivo marito,
ma non l’ho violentata»

Respinge ogni accusa - o quasi - il cinquantenne comasco arrestato dalla polizia con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale aggravata e continuata.

Como

«Sono stato un cattivo marito, forse, ma non ho mai violentato mia moglie».

Respinge ogni accusa - o quasi - il cinquantenne comasco arrestato martedì scorso dalla polizia con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale aggravata e continuata. Lo fa rispondendo alle domande del giudice che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare a suo carico, nell’interrogatorio di garanzia che si è tenuto ieri mattina al Bassone.

«Non sono vegano»

Assistito dall’avvocato difensore, Simone Gatto, l’uomo - di cui omettiamo il nome per tutelare la moglie e le figlie - ha risposto alle contestazioni fornendo la sua versione dei fatti. A cominciare dall’accusa più grave, quella di violenza sessuale, che l’uomo respinge con forza: «Non ho mai abusato di lei. I rapporti erano sempre consenzienti».

Per quanto riguarda i maltrattamenti l’uomo ha ammesso che, in alcune circostanze, avrebbe avuto liti anche violente con la moglie. E - lui sostiene in casi rari ed isolati - ha anche alzato le mani su di lei: «È capitato, anche davanti alle nostre figlie», ha ammesso. Salvo poi precisare: «Forse non sono stato un buon marito, ma non ho fatto quello di cui mi accusa mia moglie».

Molto differenti rispetto alle accuse ipotizzate nell’ordinanza di custodia cautelare anche le spiegazioni date sui maltrattamenti riservati per via dell’educazione alimentare data alle figlie.

«È vero, mangio solo frutta e verdura ma per un problema fisico non perché sono vegano». Le discussioni sul punto con la donna, fuggita di casa la scorsa settimana assieme a una delle due figlie - minorenne - per denunciare il marito alla Questura, secondo l’uomo in cella da martedì si sarebbero limitate a sporadici rimbrotti per aver consentito alle figlie di mangiare hamburgher al fastfood.

Alla fine dell’interrogatorio davanti al giudice Francesco Angiolini, il difensore dell’uomo non ha formalizzato alcuna istanza. Il marito accusato di maltrattamenti e violenze - dunque - resta per ora in carcere al Bassone.

L’avvocato difensore

A margine dell’interrogatorio il legale ha però voluto precisare che «tra i coniugi era in corso una separazione non certo consensuale. In questi casi - commenta Simone Gatto - tutte le denunce vanno prese con le pinze. Anche perché a fronte di quattro anni di abusi denunciati dalla signora, c’è solo un certificato medico che non evidenzia alcuna violenza».

La Procura la pensa ovviamente in modo diametralmente opposto, tanto da aver chiesto al giudice delle indagini preliminari e ottenuto l’arresto dell’uomo.

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