Strage di Erba, il procuratore di Como sulla richiesta di revisione del processo: «Accuse di condotte abusive a carico dei magistrati di Como senza giustificazione»

Tribunale Massimo Astori, procuratore della Repubblica di Como, ha preso la parola a proposito della richiesta di revisione del processo relativo ai fatti avvenuti l’11 dicembre del 2006: «Doveroso puntualizzare»

«Stupisce che la proposta di revisione sia stata rapidamente e interamente divulgata, prima della sua trasmissione all’Autorità competente a valutarla... che la premessa dell’atto menzioni la collaborazione delle difese e il ricorso a non meglio precisate “fonti aperte”, che nell’atto siano contenute espressioni di accusa di condotte illegittime a carico dei magistrati della Procura di Como». Così la procura della Repubblica del tribunale di Como prende la parola rispetto alla richiesta di revisione del processo relativo alla strage di Erba avanzata dal sostituto procuratore generale della Corte d’Appello di Milano.

Tre gradi di giudizio hanno confermato la colpevolezza dei coniugi Romano

Cinque dense pagine in cui il procuratore di Como Massimo Astori risponde punto per punto non solo ai dubbi sollevati sul caso ma anche alle accuse di condotte abusive e illegittime nella gestione del processo a carico dei magistrati della procura di Como.

Sono tre le fondamentali puntualizzazioni su cui Astori riporta l’attenzione: in primis che la colpevolezza dei coniugi Romano, Rosa Bazzi e Olindo Romano, «è stata affermata nei tre gradi di giudizio previsti dal codice di procedura penale (Corte d’Assise di Como 26.11.2008, Corte d’Assise d’Appello di Milano 20.04.2010, Corte di Cassazione 3.5.2011); in secondo luogo si evidenzia come le prove raccolte dalla pubblica accusa siano state accolte dai giudici con «valutazioni ampiamente positive»; infine si riporta l’attenzione sulle «corpose e approfondite sentenze che hanno motivato la condanna all’ergastolo di entrambi gli imputati», la cui lettura «non lascia spazio a perplessità». Sentenze che peraltro verranno pubblicate, proprio a seguito di questo comunicato, sul sito istituzionale della procura di Como e che sarà quindi possibile leggere liberamente.

Ma Astori torna anche sulle confessioni della strage da parte di Rosa Bazzi e Olindo Romano «dettagliate sino alla descrizione di ogni minimo e più atroce particolare... spontanee, coerenti, e non indotte da suggerimenti o altro». Confessioni che sono state inoltre seguite da «ulteriori dichiarazioni e da appunti manoscritti contenenti chiare ammissioni vergati da Olindo Romano». La ritrattazione delle posizioni prese dai coniugi sarebbe stata invece, secondo Astori, «il frutto di un cambio di strategia processuale».

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I giudici sull’operato del pubblico ministero e dei carabinieri

Non solo: Astori sottolinea come nel corso delle tre fasi di giudizio i giudici abbiano sempre affermato «la correttezza dell’operato del pubblico ministero e dell’arma dei carabinieri che, nella fase delle indagini preliminari, hanno raccolto prove materiali, documentali, dichiarative, scientifiche e logiche incontestabili (non certo le sole confessioni)». Prove alle quali è seguita, da parte dei giudici in tutte e tre le fasi di giudizio, il riconoscimento della «irrilevanza delle argomentazioni di segno opposto».

Astori procede poi a ripercorrere in sintesi le richieste di rimessione ad altro giudice e di ricusazione avanzate dalla difesa nel tentativo di «mettere in dubbio l’imparzialità e la serenità di giudizio della Corte d’Assise di Como». Richieste che sono state puntualmente respinte in due distinte pronunce della Corte di Cassazione in data 16.7.2008 e 30.9.2008. Non solo: i giudici competenti, chiamati più volte a esprimersi, hanno confermato «l’assenza di alterazioni» delle fonti di prova, hanno certificato «la trasparenza dell’attività di raccolta di materiale probatorio (in particolare delle confessioni, delle dichiarazioni di una parte offesa, delle tracce biologiche)» e per concludere hanno riconosciuto la «corretta acquisizione degli elementi d’accusa».

Le successive richieste della difesa

Dal 2015 in poi le numerose richieste di ulteriori pronunce giurisdizionali da parte della difesa, avanzate nel tentativo di ottenere nuove indagini e un giudizio di revisione, sono state «ritenute prive di qualsiasi novità e di attitudini probatorie significative» e quindi respinte.

Ma il nodo centrale del comunicato firmato da Astori è senza ombra di dubbio quello relativo alle espressioni utilizzate nella proposta di revisione del sostituto procuratore generale Cuno Tarfusser (“contesto che definire malato è un eufemismo” in riferimento alle indagini; “condanna pronunciata in conseguenza di falsità in atti”; “...grimaldelli per convincere i fermati a confessare”; “manipolazioni da parte dei Carabinieri”) giudicate dal procuratore del tribunale di Como come vere e proprie «accuse di condotte abusive ed illegittime, se non di veri e propri reati, a carico dei magistrati della Procura di Como, a distanza di 16 anni dai fatti, senza giustificazione alcuna».

Il dolore della famiglia

In conclusione, Astori ricorda il «doveroso quanto rigoroso silenzio» tenuto dai magistrati e dalla procura di Como per 16 anni, auspicandosi che un simile rispetto sia adottato da tutti coloro che si accostano ancora oggi a questa drammatica vicenda «al cui fondo - evidenza il procuratore - rimane il profondo dolore di chi ne è stato colpito».

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