Società e Costume
Domenica 24 Ottobre 2010
Stragi di civili, morti ignoti e abusi
In Iraq guerra ancora più sporca
Un nuovo colpo del sito Wikileaks che ha reso pubblici oltre 400 mila documenti riservati degli americani sul conflitto iracheno. Emergono particolari inediti sui morti civili causati dai militari, viene dato un nome a tutte le vittime e si scopre come gli Usa coprirono i crimini del governo di Baghdad
WASHINGTON - Centinaia di civili uccisi ai posti di blocco americani, almeno 109.000 persone morte dall'inizio del della guerra in Iraq, nel 2003, e centinaia di casi di abusi, torture, stupri e persino omicidi commessi dalle forze di sicurezza irachene e ignorati dalle autorità americane.
"Abbiamo rivelato la verità sulla guerra in Iraq", ha commentato oggi Julian Assange, fondatore del sito Wikileaks, dopo la diffusione di 400.000 documenti riservati Usa sul conflitto iracheno.
La fuga di notizie è stata condannata dal Segretario di Stato americano, Hillary Clinton, secondo cui c'è il rischio di mettere in pericolo "la vita dei soldati e dei civili americani e dei loro alleati".
Accusa respinta da Assange, secondo cui nei rapporti non c'è "nessuna informazione che possa rivelarsi pericolosa per nessuno". Da parte sua, il governo iracheno ha fatto sapere che i documenti non contengono "nessuna sorpresa".
I documenti, che coprono il periodo compreso dall'inizio del 2004 al 1 gennaio 2010, riferiscono di 285.000 vittime della guerra, tra cui almeno 109.000 decessi: di questi, 66.000 sono civili, pari a quasi i due terzi del totale. "Parliamo di un numero di morti cinque volte più alto in Iraq, un vero bagno di sangue rispetto all'Afghanistan", aveva già commentato Assange in un'intervista alla Cnn.
NOMI SEGRETI
I documenti sono stati analizzati dall'Iraq Body Count, un'organizzazione privata con base nel Regno Unito che ha registrato le perdite dei civili fin dall'inizio del conflitto. Nella sua analisi sono emersi oltre 15.000 casi di decesso di cui non si era mai avuto notizia e che ha portato così da 107.369 a oltre 122.000 il numero dei civili uccisi dal 2003 al 2010, secondo il bilancio dell'organizzazione.
Intervenuto al fianco di Assange alla conferenza stampa di Londra, un membro dell'Iraq Body Count, John Sloboda, ha sottolineato come, per la prima volta, nei documenti ci siano anche i nomi di molte vittime.
"I nuovi casi di decesso riguardano piccoli incidenti, con una o due persone uccise ogni volta, registrati in tutto l'Iraq e avvenuti quasi quotidianamente per tutto il periodo", ha sottolineato Sloboda.
GLI ABUSI
Dai rapporti stilati sul campo dagli americani emergono anche centinaia di denunce di abusi commessi sui detenuti dalle forze irachene, in cui si afferma che "non essendo coinvolte le forze internazionali nel presunto abuso, non è necessaria alcuna ulteriore indagine".
Un portavoce del Pentagono, interpellato dal quotidiano americano The New York Times, ha precisato che la politica Usa sui detenuti "è sempre stata conforme alla legge internazionale", secondo cui le forze armate devono immediatamente denunciare i casi di abuso, ma se questi sono stati commessi dagli iracheni, spetta poi agli iracheni indagare. Una politica che oggi fa puntare il dito contro i soldati americani, per aver chiuso un occhio davanti agli abusi commessi dagli iracheni sugli iracheni.
CALIPARI E LA SGRENA
Dalle pagine dei 400.000 rapporti Usa emerge anche una nuova ricostruzione sull'omicidio dell'agente italiano Nicola Calipari, avvenuto a Baghdad nel 2005.
Sarebbe stato l'ex leader della cellula di al Qaida a Baghdad, Sheik Husain, responsabile del sequestro di Giuliana Sgrena, a denunciare la presenza di esplosivo sulla macchina che portava la giornalista italiana e Calipari all'aeroporto di Baghdad, inducendo così i soldati americani ad aprire il fuoco contro la vettura, uccidendo l'agente italiano.
Ma la versione non convince la giornalista italiana: "Ci sono degli elementi che contribuiscono alla ricerca della verità per quanto successo, ma sicuramente non c`è tutto, c`è solo una parte. Intanto, la macchina cui si fa riferimento non era quella sulla quale viaggiavo, ma ancora più importanti sono altri elementi che non vengono raccontati, ovvero il fatto che ci furono dei tentativi per depistare Calipari prima di arrivare al mio ritrovamento. Calipari mi trovò solo in un secondo momento, sviato nelle sue ricerche da diversi servizi segreti".
© RIPRODUZIONE RISERVATA