Società e Costume
Domenica 09 Gennaio 2011
Studiosa «scova» il luogo
del fondo della Gioconda
La savonese Carla Glori ha scritto il libro «Enigma Leonardo: La Gioconda. In memoria di Bianca», di prossima uscita, che potrebbe aiutare a risolvere il mistero: sarebbe Bobbio, centro medioevale del Piacentino
In mille ci si sono spaccati la testa sull'identità e l'allocazione della Gioconda, ma ora - a dire di una studiosa savonese che ha scritto il libro «Enigma Leonardo: La Gioconda. In memoria di Bianca», di prossima uscita - il mistero potrebbe essere risolto.
Dunque, Carla Glori, dopo anni di studi, porta fatti storici precisi e li indica nella sua ricerca, inviata per ogni riscontro al Departement del Peintures del Louvre. E parte, per l'identificazione del luogo, dal numero «72» scoperto da Silvano Vinceti (giornalista, scrittore e attualmente presidente del Comitato nazionale per la salvaguardia dei beni storici, culturali e ambientali) e tracciato sotto le arcate del ponte che si intravede sopra la spalla sinistra della Gioconda, a destra di chi guarda l'opera.
Glori, che aveva già individuato nella Gioconda la nobile Bianca Giovanna Sforza (e Vinceti aveva individuato nell'occhio sinistro dell'enigmatica signora una «S» e una «G»), si dice convinta - grazie a una documentazione storica ponderosa - che lo sfondo alla Gioconda sia Bobbio, centro medioevale del Piacentino. Il ponte sarebbe Ponte Gobbo, detto «ponte Vecchi», devastato dall'onda del fiume Trebbia nel 1472. E per Leonardo, che deve aver amato l'idea di far spremere le meningi ai posteri, quel '72' era un indizio importante. Altro che riferimenti esoterici.
Scrive Glori nella sua ricerca: «L'anno 1472 è stato in assoluto quello più rovinoso per il ponte Gobbo. La documentazione d'archivio riferita agli studi del Tosi, riguarda fatti storici precisi: vennero distrutti gli argini fin dove vi era il bordo e l'ospedale san Lazzaro crollò integralmente e non venne più ricostruito».
Dunque, secondo la studiosa savonese, Leonardo «ha apposto il numero «72» sotto l'arcata del ponte Gobbo per ricordare quella devastante piena del Trebbia e probabilmente per far sì che qualcuno identificasse l'emblematico ponte e il luogo che fa da sfondo alla Gioconda».
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