Berlusconi ci dice che è fidanzato e il dibattito di tutti gli italiani si incentra su questo argomento. Ma che si incentrino su di esso le chiacchiere che si fanno davanti alla televisione e al bar, non è un problema. Anzi, è persino un diversivo allegro. Che invece se ne parli a ogni livello politico e che della questione ci si interessi a livello internazionale, non è purtroppo un fatto positivo. Anche di capi dei governi di altri Paesi ogni tanto si parla perché qualche loro privato comportamento presta il fianco alla sorpresa o alla critica, ma come se ne parla del nostro capo di governo non succede da nessuna altra parte del mondo. E questo purtroppo non ci giova, ed è il vero rammarico della vicenda.
Paolo di Benedetto
Forse il peggio deve ancora venire. Vedremo che cosa verrà pubblicato delle intercettazioni in mano ai giudici, e come reagirà Berlusconi e in che modo si comporteranno i suoi avversari. Vedremo le reazioni popolari, perché non è vero - come si sostiene - che tutto scivolerà via sul marmo dell'indifferenza. Non scivolerà affatto. E non a caso il primo a preoccuparsene è il premier, che altrimenti non avrebbe tenuto il discorso alla nazione cui abbiamo televisivamente assistito ieri l'altro. Più che di quanto si dirà all'estero - dove ormai e da tempo si dice dell'Italia il peggio che sia possibile dire - ci dobbiamo preoccupare di quanto si dirà qui da noi. Ci dobbiamo preoccupare perché la ricaduta negativa di questa storia è sicura, quale sia il vero contenuto della storia e quale sia l'epilogo che ne sortirà. Se sta in piedi l'accusa della magistratura, difficilmente starà ancora in piedi Berlusconi. Se accadrà l'inverso, il diritto (il Diritto con la maiuscola) subirà un rovescio non facilmente rimediabile. Detto questo, annotiamo con tristezza (e con un un'aggiunta della citata preoccupazione) che mentre si dovrebbe dibattere sulla svolta nello sviluppo economico e nelle relazioni sindacali impressa dal caso Fiat, su come rendere competitivo il Paese, in quale maniera ammodernarne strutture e soprattutto mentalità, stiamo qui perennemente in balìa degli svaghi notturni del presidente del Consiglio. Vorremmo, con tutto il rispetto per la sua privacy, che la vera fidanzata di Berlusconi fosse proprio quella citata Italia cui egli aveva promesso un matrimonio dal futuro radioso e che sta ancora aspettando le nozze. E' un'Italia che nel frattempo sfiorisce, si riempie di rughe, è pervasa dagli umori acidi della zitellaggine. E' un'Italia che, avanti di questo passo, non troverà più corteggiatori disposti a correrle dietro.
Max Lodi
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