«Taccuini di D’Annunzio falsi
Condannate quei due librai»
La Procura di Como chiede pene pesanti per due coniugi di Albavilla. Dubbi sull’autenticità di lettere, manoscritti e oggetti attribuiti al Vate
Cinque e tre anni di carcere. È pesantissimo il conto presentato dal pubblico ministero Massimo Astori nei confronti di due ex librai di Albavilla imputati con l’accusa di aver falsificato o alterato oggetti di interesse storico o, comunque, messo in vendita come autentici opere in realtà contraffatte. Le richieste di condanna sono giunte nel corso dell’ultima udienza del processo a carico dei coniugi ex proprietari della libreria “Il pensatoio” di Albavilla e, da qualche tempo, trasferiti a Chiavenna.
Accuse respinte con forza dai diretti interessati e dal loro avvocato, secondo i quali i 46 oggetti riconducibili a Gabriele D’Annunzio bollati come falsi dalla Procura, in realtà sarebbero del tutto autentici. La sentenza di questo lunghissimo processo, che ha visto alternarsi in aula esperti dell’opera del poeta vate, è attesa per il prossimo mese di settembre.
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