Tra sette giorni esatti la raccolta differenziata festeggerà il primo compleanno. Ma per i cittadini c’è poco a cui brindare. Il Comune di Como ha infatti da poco annunciato l’aumento della Tari, la tassa rifiuti, del 5%.
Il provvedimento, per la verità, non è ancora stato approvato in Consiglio comunale e sono annunciate polemiche anche all’interno della stessa maggioranza poiché alcuni consiglieri non vogliono correre il rischio che l’amministrazione Lucini venga ricordata come quella che ha aumentato le tasse più di ogni altra.
La prima serata di discussione in aula ha portato alla luce un dato che finora non era emerso in modo tanto limpido quanto drammatico. Nelle casse comunali, proprio alla voce Tari, manca qualcosa come un milione e 800 mila euro. Una cifra enorme se si considera tra l’altro che si riferisce soltanto al 2014.
A questo punto però è doveroso che Palazzo Cernezzi faccia chiarezza e spieghi come si è accumulato un credito di così ampie proporzioni (circa un milione causato dalle persone giuridiche, vale a dire aziende e negozi, la parte restante dalle famiglie). Non solo. Fornisca anche i dati – che questo quotidiano ha richiesto già martedì – relativi agli anni passati.
Non si può consentire, infatti, che ci sia anche solo il dubbio che i comaschi debbano pagare di più perché altri (tanti altri) non pagano. Già con l’introduzione delle nuove modalità di raccolta differenziata sono stati richiesti sforzi ai cittadini (sia a livello personale sia economico, soprattutto per i condomini che devono pagare alle imprese di pulizia il servizio extra di esposizione e ritiro dei bidoni) e, almeno per una questione di giustizia, non si può non spiegare, euro per euro, perché si deve pagare di più.
Gli aumenti, come avevano chiarito sia il sindaco Mario Lucini, sia l’assessore alla partita Bruno Magatti, sono necessari perché «ci saranno più servizi» (dalla pulizia strade alla nuova piattaforma, e ancora a 13 nuove assunzioni). Ma la domanda, banalissima per la verità, è una sola: se il Comune incassasse il milione e 800mila euro di “evasione”, sarebbero ancora necessari gli aumenti? Perché se la risposta fosse no, forse il Comune dovrebbe iniziare una verifica più puntuale dei mancati pagamenti. Del resto chi non versa la tassa rifiuti non è un fantasma, ha un nome, un cognome e un indirizzo.
Non potenziare la lotta ai furbetti rischia, implicitamente, di far aumentare ulteriormente chi non paga. E questo porterebbe ad altri aumenti sui soliti che, come avviene anche a livello nazionale, sono cittadini onesti e rispettano le norme.
Tra l’altro, come è emerso già diverse volte, il servizio avrebbe bisogno di ulteriori correttivi. Come si può consentire che nelle piazze del centro, ancora oggi, ci si ritrovi a mangiare seduti ai tavoli esterni con gli addetti di Aprica che scaricano bidoni colmi di immondizia? Erano state messe in atto delle soluzioni alternative che, evidentemente, hanno bisogno di ulteriori aggiustamenti. Come di aggiustamenti hanno bisogno gli orari di ritiro se è vero, come è vero, che i rifiuti in aree residenziali della convalle vengono ritirati anche all’una di notte (con annessi rumori, soprattutto per il vetro).
Insomma, sul capitolo rifiuti e sulla differenziata, che ha fatto fare alla città un balzo in avanti per quanto riguarda gli standard europei di raccolta, vale la pena di fare qualche approfondimento. I cittadini che dividono quotidianamente l’immondizia, rispettano gli orari indicati e pagano regolarmente se lo meritano.
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