Homepage
Mercoledì 08 Aprile 2009
Tasse, ogni 25 euro ne torna uno solo
Si allarga il divario tra quello che i comaschi versano al Fisco e i contributi dello Stato al territorio
Lo dice ancora il ministero dell’Interno/ dipartimento Finanza Locale: il contributo medio dello Stato è di 225,16 euro per ciascun comasco, nel 2009. Come dire: paghiamo 25 euro per averne uno. Secondo la tabella delle spettanze al Comune di Como, l’importo complessivo dei contributi dallo Stato ammonta a 18.727.280,23 euro, tutto compreso, contributi ordinari, consolidati, compartecipazione Irpef, pari a 1.244.239 euro e Como, non appartenendo a regione speciale, non ha un minimo garantito; circa 543mila euro sono in pagamento dell’Ici perduta. Da un anno con l’altro, i contributi dello Stato al Comune di Como sono diminuiti di 600.000 euro.
Lo Stato è proprio avaro con i comaschi rispettosi dell’Irpef?
«Intanto, va evitata la confusione tra spesa ed investimenti. La maggior parte della spesa corrente dello Stato è destinata all’istruzione, alla sicurezza, alla sanità, alla difesa, alla giustizia e il territorio di Como rientra in questi capitoli», precisa Emilio Bordoli, commercialista comasco coordinatore del nucleo di valutazione degli investimenti del Viminale. Ovvero, un comasco prestato a Roma.
Appunto, gli investimenti: per l’accordo quadro territoriale, avremmo bisogno di dieci miliardi di euro, da qui al 2029.
«I fondi per gli investimenti sono trasferiti su progetti - afferma Bordoli - e in questo momento, i fondi ordinari dello Stato per investimenti sono pari a zero. È l’Unione Europea a co-finanziare il programma operativo nazionale, ma per le regioni svantaggiate, quattro, in Italia». Con buona pace del federalismo: «Ogni Comune dispone di uno strumento federale ed è l’Ici - conclude - Ma il sistema cambierà: chi spreca sarà costretto a rientrare. Entro il 2013, il criterio del finanziamento non sarà sulla spesa storica, che autorizza ad aumentare la richiesta di risorse. Ma sulla spesa standard, quella degli enti più virtuosi: è qui che saranno stanati gli sprechi».
Intanto, siamo nel pantano: non si possono spendere, per via del patto di stabilità, i soldi che pure i Comuni hanno in cassa. Dov’è la Lega che diceva basta a considerarci gallina dalle uova d’oro?
«Io penso che i cittadini comaschi, lombardi e del Nord si rendano conto degli sforzi che la Lega ha fatto per portare a casa il massimo possibile per il federalismo», dice Diego Peverelli, assessore comunale.
Ma intanto che cosa si può fare? «Io dico che c’è un limite a tutto - sostiene Peverelli - Credo che si stia esagerando e certamente non da queste parti, gli sprechi continuano e le voragini finanziarie si fanno più profonde. Due le alternative: secessione o rivoluzione. Oppure, il rifiuto di mantenere tutti. Questo deve finire, le regole devono essere modificate: siamo costretti ad amministrare senza soldi in tasca».
© RIPRODUZIONE RISERVATA