Per tutti, una rivincita: saranno gli occhi, nei prossimi tre giorni, ancora prima delle orecchie e del palato. Perché quello che Terra madre Lombardia porta a villa Mirabello per venerdì sera e poi, soprattutto, per sabato e domenica, è una memoria del passato restituita al presente e una scommessa, soprattutto una scommessa, sul futuro: "Un nuovo patto con la terra”, dicono a Slow food, gli organizzatori della rassegna che occuperà la villa del parco di Monza per i prossimi tre giorni, con uno slogan, che è una promessa: "Per non mangiarci il futuro". Un debutto per Monza, quello di Terra madre Lombardia, la declinazione regionale del grande progetto dell'associazione internazionale nata a Bra per salvaguardare la biodiversità e i saperi della terra che occuperà - dopo il debutto di venerdì sera, con gli interventi istituzionali e la cena di gala dedicata all'acqua dolce - le giornate di villa Mirabello di sabato 9 e domenica 10 giugno.
Mostra mercato dell'agricoltura naturale, di prossimità e di piccola scala, storie e tradizioni, diritti: sono i pilastri di tre giornate realizzate in collaborazione con il Consorzio Villa reale. Si parlerà di cibo e si faranno musica e tratro, poi laboratori e animazioni per i bambini, atelier artigiani per raccontare i lavori ancora vivi, ma soprattutto si parlerà di cibo. Con le osterie di Terra madre (piatti con cibi del territorio), con le cucine di strada (finger food di ogni latitudine), un'enoteca e una birreria per raccontare quello che si fa in bottiglia dentro i cinque lati della Lombardia.
E ancora: mostre fotografiche, intallazioni, video e documentari, e guide di Slow food, oltre al mercato della terra dove acquistare i tesori enogastronomici del territorio e i presidi lombardi di Slow food, i prodotti salvaguardati dall'estinzione e sostenuti: bagoss, bitto, fatulì, pannerone, stracchino e agrì per i latticini, il violino di capra, il grano saraceno e la razza bovina varzese. E soprattutto loro, i cinquanta produttori che per due giorni, sabato 9 e domenica 10, permetteranno di acquistare direttamente di chi li fa i prodotti lombardi realizzati nel rispetto della terra. La terra madre, appunto.
Massimiliano Rossin
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