Homepage
Sabato 03 Maggio 2008
Tessile, otto ore di sciopero
per il contratto di lavoro
Mobilitazione in arrivo con blocco degli straordinari e degli orari flessibili per protestare contro la rottura delle trattative per il rinnovo del contratto di lavoro. Il sindacato ha anche annunciato una giornata di sciopero con otto ore di interruzione delle prestazioni lavorative per il 6 giugno.
Como - Sciopero generale di 8 ore il 6 giugno, blocco immediato degli straordinari e delle ore di flessibilità, campagna informativa nelle fabbriche tramite assemblee e convocazioni dei direttivi regionali. È con questo piano di mobilitazione, indetto unitariamente da Filtea-Cgil, Femca-Cisl e Uilta-Uil, che le segreterie nazionali dei sindacati tessili deciso di sostenere il rinnovo del contratto di categoria. Pacchetto immediatamente bocciato dalle imprese che replicano rilanciando al sindacato la proposta di rimettersi al tavolo e offrendo la disponibilità a riprednere il confronto per trovare un'intesa. A una settimana dall'interruzione delle trattative in corso con la federazione delle imprese del sistema tessile moda (Smi) dunque il confronto si fa ancora più aspro. Altre decisioni si rimandano alle linee che gli attivi regionali detteranno tra il 9 e il 16 maggio, periodo previsto proprio per le loro convocazioni. Per la Lombardia si sa già che l'appuntamento è stato fissato in calendario per il prossimo 12 maggio a Milano. E da quell'incontro potrebbero emergere maggiori dettagli sulle inizitive a livello territoriale: in provincia di Como sono coinvolti 20mila addetti, in circa 1.600 imprese. Resta netta al momento la divisione delle parti sulle modifiche da apportare nel rinnovo contrattuale. Alla richiesta delle organizzazioni sindacali di introdurre un aumento salariale di 95 euro lordi e un nuovo modello di inquadramento professionale, le aziende hanno posto precise condizioni. Un pacchetto di 40 ore straordinarie obbligatorie, un aumento delle ore di flessibilità, fino a 96, l'unilateralità nella decisione dell'orario multiperiodale e la monetizzazione di alcune giornate di riduzione dell'orario di lavoro. Richieste che per le parti sociali sarebbero «inaccettabili». Entrambi lavoreranno già a partire dai prossimi giorni su una ricognizione interna delle proposte da portare avanti. Non saranno infatti solo gli attivi regionali sindacali a temere banco nelle prossime settimane. A detta degli stessi vertici Smi e delle associazioni datoriali locali sono già state previste e fissate convocazioni delle commissioni sindacali confindustriali. Tra i principali nodi da sciogliere resta in ogni caso la richiesta delle organizzazioni dei lavoratori, finora bocciata dalle imprese, di prevedere nel contratto nazionale le materie da affidare alla contrattazione aziendale, nell'intento di estendere quest'ultima anche alle piccole e medie imprese, ad oggi di fatto escluse da una contrattazione di secondo livello. E di creare un sistema di filiera territoriale. Resta prioritaria la proposta di riformare l'inquadramento professionale.
Chiara Sirna
© RIPRODUZIONE RISERVATA