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Lunedì 07 Settembre 2009
The Beatles per collezionisti:
un cofanetto, di tutto, di più
Da mercoledì tutti i titoli storici arriveranno nei negozi con una nuova scintillante masterizzazione realizzata con i sistemi più avanzati. Oltre a essere disponibili singolarmente, i nuovi dischetti saranno anche raccolti in un elegante box nero. Non solo: un cofanetto bianco proporrà invece le edizioni monofoniche, indispensabili per i collezionisti più accaniti
imparano studiando una lingua. Eppure tutti sappiamo che
in inglese si dice “warlus”. Fragola? “Strawberry”: a
Liverpool c’è un “field”, campo, famoso, per sempre,
“forever”. Ciao? “Hello”. Addio? “Goodbye”. Ieri? “Yesterday”.
Domani? “Tomorrow” anche se pochi hanno mai capito
bene perché “domani non sa mai”. Come si dice
scarafaggi? “cockroaches” e non “beetles” ma, come
accade, sbagliò il primo, sbagliarono tutti. Tra gli indubbi
meriti che hanno avuto i Beatles nella loro carriera ricca di
allori c’è anche quello di avere insegnato l’inglese (con un
fortissimo accento del Nord) a gran parte del mondo che si
costringeva a capire cosa cantava John ammiccando alle
moltitudini di fan in delirio, magari sorprendendosi quando
scopriva che Paul e George, intanto, intonavano “Frère
Jacques” (il Fra’ Martino d’Albione) per accompagnare le
peripezie del “Paperback writer”, lo scrittore di tascabili,
oppure un malizioso “tetta” punteggiando i sospiri per la
“Girl”. Recuperando i giornali italiani d’epoca, in compenso,
si distinguono articolisti in difficoltà che, spesso, scrivevano
“i The Beatles”, concentrandosi solo sulle zazzere e gli
amori e giammai sulla musica. Ma questo avveniva un’era
geologica fa. Nella seconda metà degli anni Ottanta,
quando il compact disc si era già segnalato come supporto
fonografico del futuro, la campagna di miniaturizzazione del
catalogo storico non fu delle migliori. Masterizzazioni
approssimative e carenti di dinamica (un difetto comune ai
primi cd), nessuna nota d’approfondimento con un
pauperismo che si sposava malissimo al prezzo pieno
richiesto per quei dischetti. Unica eccezione il capolavoro
“Sgt. Pepper’s lonely hearts club band” che suppliva al
piccolo formato che penalizzava una delle confezioni più
appariscenti del rock con un packaging almeno decente.
Per molti anni non è successo nulla anche perché, è un
patto che risale ai tempi del Cavern, niente si può compiere
nel nome dei Beatles se tutti gli aventi diritto non sono
d’accordo all’unanimità. I recuperi d’archivio delle “BBC
sessions”, l’operazione di “Anthology” (sei dischi, un film di
quasi dieci ore, un libro mastro), le revisioni di “Yellow
submarine” e di “Let it be”, i cofanetti con le versioni
americane per la Capitol, lo sconcertante progetto “Love”
non hanno accontentato quei fan che si sono sempre
lamentati del gap davvero vergognoso tra il suono ancora
brillante dei vinili e quello piatto e senza corpo dei CD. Ma il
2009, senza particolari motivi né anniversari, si farà
ricordare come l’anno in cui le preghiere sono state
esaudite: da mercoledì tutti i titoli storici arriveranno nei
negozi con una nuova scintillante masterizzazione realizzata
con i sistemi più avanzati. Oltre a essere disponibili
singolarmente, i nuovi dischetti saranno anche raccolti in un
elegante box nero. Non solo: un cofanetto bianco proporrà
invece le edizioni monofoniche, indispensabili per i
collezionisti più accaniti per il sound davvero diverso e
anche perché, qua e là, si riscontrano parti vocali e
strumentali differenti. Ecco, ancora una volta, l’esordio
tutt’altro che timido di “Please, please me”, la conferma
“With the Beatles”, l’esuberante “A hard day’s night”, gli
interlocutori “Beatles for sale” e “Help!”. Poi la maturità di
“Rubber soul” e “Revolver”, la magia di “Sgt. Pepper’s”, la
meravigliosa confusione del “Magical mystery tour”. Infine
l’individualismo del doppio bianco, l’inutilità di “Yellow
submarine”, lo scatto creativo di “Abbey road” e il commiato
di “Let it be”. I singoli, invece, vengono allineati nella nuova
versione di “Past masters”. Filmati per raccontare la storia,
il videogame “The Beatles rock band” pronto a sbancare le
classifiche.
Alessio Brunialti
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