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Martedì 31 Marzo 2009
Ticosa, edifici sempre più alti
Ma il piano incassa il primo ok
Le altezze raddoppiano, mentre il Comune si fa sfuggire tre milioni di euro
La commissione urbanistica di Palazzo Cernezzi ha approvato il Piano integrato d’intervento per la riqualificazione del quartiere ex Ticosa a opera di Multi Development, la società che ha vinto la gara per i lavori. Il PII dovrebbe approdare in consiglio comunale per il via libera definitivo pochi giorni dopo l’approvazione del bilancio, la cui discussione, secondo calendario, dovrebbe iniziare giovedì.
L’ok della commissione ha visto il voto favorevole solo dei commissari di maggioranza. Ma i dubbi sollevati sono stati tanti, alcuni anche bipartisan. Primo fra tutti il problema della altezze, notevolmente aumentate rispetto al progetto originale di gara. Ha destato perplessità anche il ritardo del rinnovamento della fideiussione da tre milioni di euro da parte di Multi. Soldi che potevano essere già incamerati dal Comune come acconto.
Il via libera al PII della Ticosa non è stato unanime. Favorevoli Gianluca Lombardi, Arturo Arcellaschi e Nicola Belcastro (tutti di FI), Stefano Molinari (An), Dario Valli (Area 2010). Astenuti Vittorio Mottola (Pd) e Mario Molteni (Lista per Como). L’unico voto contrario è arrivato dal presidente della commissione, Mario Lucini (Pd). Nelle prossime sedute la conferenza dei capigruppo iscriverà la delibera del PII come uno dei nuovi punti all’ordine del giorno dei lavori consiliari. Dalla sua prima adozione trascorreranno 60 giorni per le osservazioni e le controdeduzioni degli uffici per arrivare all’adozione finale. Entro 60 giorni dalla sua adozione il Comune di Como procederà alla stipula del contratto vero e proprio con Multi e dopo la conclusione delle operazioni di bonifica del sottosuolo dagli inquinanti della vecchia tintostamperia partiranno i lavori.
I maggiori dubbi emersi in sede di commissione riguardano le altezze degli edifici che costituiranno il nuovo quartiere Ticosa. Lucini ha chiesto spiegazioni del perché tali altezze differiscano in modo così sensibile da quelle contenute nel progetto originale di gara: «Le motivazioni delle modifiche rispetto al progetto originale dovrebbero essere contenute nella relazione degli uffici allegata alla delibera che il consiglio comunale dovrà approvare. Ma in quella relazione non ho trovato vere e proprie motivazioni. L’altezza media del progetto originale era di 18 metri, adesso in questo PII è di circa 30 metri, cioè oltre il 50% in più. Di fatto una modifica sostanziale rispetto al progetto valutato in sede di gara».
Vittorio Mottola sul tema delle altezze ha posto un altro quesito: «La Spina Verde si era espressa in sede di Vas rispetto al primo progetto. Rispetto a questo PII ha potuto dire la sua? Non dimentichiamoci che il nuovo complesso edilizio avrà un’incidenza sull’ambiente circostante». Anche Molinari di An è stato critico: «Sarei stato più tranquillo con le vecchie altezze». Ad agosto 2008 scadeva la fideiussione di Multi per un valore di 3 milioni di euro. Lucini ha fatto notare che secondo quanto contenuto a pagina 15 del preliminare di compra-vendita “Multi era tenuta a rinnovare la fideiussione antro 30 giorni dalla scadenza, in caso contrario i 3 milioni sarebbero potuti essere richiesti dal Comune come acconto, e Multi avrebbe dovuto comunque rinnovare la fideiussione». Insomma, Palazzo Cernezzi avrebbe potuto già incamerare 3 milioni di euro da investire in opere pubbliche senza aspettare l’esito della compravendita. Il dirigente del settore Urbanistico, Roberto Laria, ha spiegato che «il Comune non si è accorto che la fideiussione stava scadendo». Insomma, 3 milioni sfumati.
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