Cronaca / Como città
Martedì 18 Marzo 2014
Torna Dona cibo
Nelle scuole contro la crisi
Il banco di solidarietà coinvolge 34mila giovani
Si può ancora aderire. «Un grande insegnamento»
Como
Arriva la settimana del “Dona Cibo”: dal 24 al 29 marzo 170 plessi scolastici comaschi raccoglieranno generi alimentari da destinare alle famiglie in difficoltà.
Durante i sette giorni di generosità saranno coinvolti 34mila studenti comaschi, con questa spesa il Banco di solidarietà di Como riesce ad assistere in media 350 famiglie, significa regalare un sacchetto della spesa a circa mille e 400 persone. Sonia Bianchi, presidente del Banco di solidarietà di Como, spiega: «L’anno scorso abbiamo raccolto venti tonnellate di generi alimentari grazie alle scuole di Como e provincia. Ma c’è sempre urgenza, specialmente in tempo di crisi. Noi siamo 240 volontari che gratuitamente garantiscono una spesa ai bisognosi per 365 giorni l’anno».
L’obiettivo per il 2014 è superare le venti tonnellate di spesa. Ma non solo, come racconta la segretaria di Cisl Scuola Adria Bartolich, il sindacato supporta l’iniziativa: «Bisogna aumentare la platea dei volontari. Aiutare il banco non significa solo spedire un pacco, ma instaurare un rapporto quotidiano con le famiglie in crisi. Inoltre occorre aumentare il numero delle scuole che partecipano alla settimana di solidarietà. Erano 151 nel 2012, poi 158 nel 2013 e quest’anno sono 170. Ma il bisogno cresce sempre più rapidamente». Funziona così: ogni scuola può partecipare raccogliendo il lunedì biscotti e caffè, il martedì carne in scatola, il mercoledì tonno in scatola, il giovedì olio, il venerdì zucchero e il sabato pelati. Cartoni e furgoni partono poi alla volta del Banco comasco che ogni giorno spartisce secondo necessità. A pubblicizzare la settimana del Dona cibo questa volta ci pensano i diretti protagonisti.
Messaggio molto forte
Una mamma, Francesca Borzatta, racconta: «Nella scuola di Montano Lucino l’anno scorso abbiamo raccolto circa 900 chili. Credo che per mio figlio sia un vero insegnamento, così capisce che la beneficenza non significa pagare un bollettino per un paese dall’altra parte del mondo, ma significa anche fare concretamente qualcosa di buono per qualcuno che sta vicinissimo a noi».
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