Torneo Città di Cantù
Sarà per 80 giocatori

Notevole lo sforzo organizzativo da parte del Circolo Tennis di Cantù, che ospiterà l’evento dal 21 al 25 aprile e di Osha Como

Sull’onda lunga delle riaperture, anche il tennis in carrozzina torna ad avere il suo momento di gloria. È stata presentata ieri la terza edizione terza edizione del Trofeo Internazionale “Città di Cantù”, che torna dopo tre anni di stop forzato. Si tratta di uno dei tornei più importanti d’Italia e vedrà la partecipazione di 80 giocatori, suddivisi in quattro tabelloni: maschile (principale e secondario), femminile e quad, ossia il tennis praticato anche da atleti con disabilità agli arti superiori.

Notevole lo sforzo organizzativo da parte del Circolo Tennis di Cantù, che ospiterà l’evento dal 21 al 25 aprile e di Osha Como, l’associazione che manderà in campo i suoi due atleti dui punta, Mauro Curioni e Diego Amadori. Saranno coinvolte circa 50 persone tra fisioterapisti, incordatori, giudici arbitri, arbitri di sedia, responsabili di segreteria, oltre ai volontari e ai maestri.

«Lo sforzo organizzativo è stato notevole – ha ammesso Antonio Serrago, presidente del circolo canturino – ma abbiamo ottenuto un risultato importante, perché abbiamo avuto un grande riscontro ottimale da parte dei tennisti: avremo tra noi 15 tra i primi 100 atleti al mondo».

Si giocherà in un circolo a misura d’uomo e di disabile. Un tema che sta a cuore a Mariangela Volpati, presidente di Osha Como: «È un torneo molto impegnativo a livello organizzativo: ospitare 80 persone in carrozzina non è uno scherzo e, purtroppo, le strutture ricettive non sono preparate. Almeno il circolo di Cantù non ha barriere e chiedo per il futuro che le strutture vengano adeguate anche per le persone disabili».

A livello sportivo, sarà un torneo appassionante e di primissimo piano, come prevede il tennista Mauro Curioni: «L’avversario da battere è Nico Langmann che a Cantù ha una tradizione favorevole. Io e Amadori? Saremo le mine vaganti: ci stiamo allenando bene e siamo pronti».

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