Totosindaco, un gioco
da prendere sul serio

Perché questa volta non si può più sbagliare. Quindici anni di amministrazioni di centrodestra e centrosinistra ha fatto sprofondare la città nel baratro del cantiere sul lungolago senza più riuscire a tirarla fuori. Dei due sindaci che si sono alternati, uno, Stefano Bruni, è finito in carcere anche se per vicende estranee al suo operato a palazzo Cernezzi. L’altro, Mario Lucini è indagato proprio per la vicenda delle paratie e ha annunciato che non si ricandiderà a causa del fallimento di quello che era stato il suo principale impegno di campagna elettorale: restituire il lago ai comaschi e far cambiare passo alla città.

Il passo sul lungolago è rimasto lo stesso le cose fatte che hanno cambiato (e non in peggio )il volto di una parte del centro storico e del quartiere di Camerlata , non bastano a contrastare il peso sul piatto della bilancia del cantiere di cui ancora non si conosce il destino e soprattutto il termine.

Ecco perché il Totosindaco che La Provincia lancia da domani, assume un significato diverso dal passato. Almeno questa è l’intenzione e l’auspicio da parte di un giornale che ha dimostrato con l’iniziativa delle 60 mila cartoline servite a far muovere il governo sul caso paratie, di riuscire a mobilitare la cittadinanza. A voi, cari lettori, di Como come di Cantù ed Erba, chiediamo di aiutare la politica a selezionare dei candidati sindaci all’altezza del compito che li attende. Un periodo di grandi trasformazioni che sta investendo anche il nostro territorio, un’economia e una società che presentano profonde modifiche. Como e la sua provincia devono ancora scegliere cosa fare da grandi. E per gestire questi complessi processi, occorrono le persone adatte. Ecco perché il nostro Totosindaco vuole essere più di uno stucchevole gioco: l’occasione per dare voce alla società civile.

I partiti, a destra come a sinistra stanno affrontando una serie di difficoltà e, quando mancano ormai 7-8 mesi alla chiamata alle urne per i tre principali centri del Comasco non hanno ancora trovato l’unità sulle scelte delle alleanze e delle persone. Del capoluogo, dove peraltro sono attivi anche movimenti civici che potrebbero avere ancora un peso rilevante alle elezioni, si è detto. È la situazione più complessa poiché tutto ruota attorno al problema dei problemi, cioè il lungolago. Cantù ha vissuto un’esperienza inedita: per la prima volta, una lista estranea ai partiti e in alcun modo legata ad essi, ha conquistato la guida del Municipio con un personaggio vulcanico e a volte divisivo qual è Claudio Bizzozero. Resta da capire se si continuerà in questa direzione o i cittadini vorranno cambiare.

Anche in questo il Totosindaco potrebbe rappresentare un termometro. A Erba, Marcella Tili, ha saputo realizzare nel suo piccolo, ciò che il centrodestra non riesce ancora a fare a livello nazionale: andare oltre il berlusconismo. Per questa ragione quattro anni e mezzo fa ha vinto ed è riuscita a governare senza particolari difficoltà. Ma è al secondo mandato e non potrà più ricandidarsi. E il dopo è già segnato da divisioni e incertezze. Anche in questo caso, l’iniziativa de La Provincia potrebbe contribuire a fare un po’ di chiarezza. È ovvio che siamo consapevoli dei rischi legati alla natura di quello che resta soprattutto un gioco che, però, in passato, ha influenzato alcune scelte della politica. Si dovrà essere bravi a separare il grano dal loglio e forse ne uscirà qualcosa di utile per il futuro delle nostre comunità. Che è sempre l’obiettivo che il giornale si pone.

f.angelini@laprovincia,it

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