Cronaca / Como città
Venerdì 11 Ottobre 2013
Tragico errore del 112
La verità in otto minuti
Decisivo il momento della morte del paziente. Non c’è alcuna responsabilità se il malore fatale è giunto subito
Como
Otto minuti. Il confine tra un’accusa di omicidio colposo e l’archiviazione del fascicolo è racchiuso in otto minuti.
Caso da valutare
Se il malore fatale che ha ucciso Diego Albonico, rappresentante di commercio di 49 anni, è avvenuto negli otto minuti successivi alla sua chiamata al 112 non ci sarà alcuna conseguenza penale. Se invece l’autopsia - che sarà eseguita oggi al Sant’Anna dall’anatomo patologo Giovanni Scola, e non al Valduce come ipotizzato in un primo momento - dovesse dimostrare che l’uomo poteva essere salvato se l’ambulanza fosse stata inviata all’indirizzo giusto, allora sul fascicolo aperto per omicidio colposo cominceranno a essere scritti i nomi dei primi indagati.
Gli otto minuti che segnano la frattura tra un errore penalmente rilevate e uno sbaglio senza conseguenze sono il tempo che l’ambulanza, inviata dalla centrale operativa del 118 in viale Masia e non in via Castel Carnesino sulla base delle indicazioni ricevute dal numero unico di emergenza 112 di Varese, avrebbe impiegato a raggiungere l’abitazione di Diego Albonico in codice verde.
Di sicuro quanto avvenuto lunedì mattina a Como è l’insieme di una serie di circostanze sfortunate, oltre che di errori. A partire dal fatto che il paziente ha utilizzato un telefono cellulare e non un fisso per chiamare i soccorsi. Avesse telefonato dal numero di casa, il computer avrebbe automaticamente registrato l’indirizzo corretto. Non solo: ma anche il sistema di geolocalizzazione del 112 è caduto in errore, perché la cella telefonica che copre via Castel Carnasino e via Masia è la stessa. Quindi nessuno ha avuto l’occasione di accorgersi del tragico errore.
La ricostruzione
Di certo un quarto d’ora dopo la telefonata al numero d’emergenza Diego Albonico si era sentito male e aveva perso conoscenza. Infatti dal 118, quando l’ambulanza ha comunicato di non essere in grado di trovare l’abitazione, hanno tentato di contattare l’uomo sul cellulare. Ma inutilmente. Quando infine i volontari sono arrivati all’indirizzo giusto e hanno trovato l’uomo esanime, l’automedica era impegnata in un altro intervento urgente.
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