Tribunale, autosilo ai dipendenti
Lo Stato: «Non ne avete diritto»

A Como ricorso dei lavoratori contro l’esclusione dalla sosta gratis in via Auguadri

Il ministero ne ha per tutti, anche per il Comune: «Una scelta arbitraria»

Como

Ne ha per tutti l’Avvocatura dello Stato, che in questi giorni ha depositato al Tribunale del lavoro di Como una lunga memoria sulla questione dell’esclusione dei dipendenti dalla sosta gratuita all’autosilo di via Auguadri.

Trascinato in giudizio proprio dai lavoratori del palazzo - che dallo scorso 13 gennaio sono costretti a pagarsi la sosta e che per questo chiedono al tribunale di condannare il ministero a pagare per loro -, lo Stato risponde così, prendendosela da una parte con i suoi stessi lavoratori (chiedendo quindi che il loro ricorso venga respinto) , dall’altra definendo comunque «arbitraria» la scelta del Comune di Como: «Il parcheggio dell’autovettura è estraneo all’attività lavorativa e non rientra pertanto tra le condizioni nelle quali il dipendente è chiamato a svolgerla, dato che la scelta di recarsi al lavoro con l’autovettura è una scelta individuale non imposta dal datore di lavoro». Inoltre «appare arduo sostenere che la ricerca del parcheggio sia fonte di stress tale da ledere la salute dei lavoratori».

Per quanto riguarda la decisione di disattivare le tessere che consentivano l’accesso ai 130 posti “dedicati”, l’Avvocatura conviene, con i lavoratori, sulla ricostruzione storica che ci riporta al 23 marzo del 1993, quando il Provveditorato alle opere pubbliche per la Lombardia diede parere favorevole al sopralzo di due piani del palazzo di giustizia e dell’autosilo, nel quale poterono essere ricavati 200 posti in più, tutti per il personale del tribunale.

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